28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Lotta al Parkinson

Parkinson, scoperta la causa della morte delle cellule nervose

Uno studio dell'Università di Guelph ha scoperto uno dei fattori alla base della morte delle cellule nervose nella malattia di Parkinson. Si apre la strada al trattamento

Cervello e Parkinson
Cervello e Parkinson Foto: Shutterstock

CANADA – Ricercatori canadesi hanno condotto uno studio in cui si è scoperto, per la prima volta, la causa della morte delle cellule nervose cerebrali. La scoperta apre la strada allo sviluppo di un trattamento per rallentare la progressione di questa malattia neurodegenerativa fatale.

La scoperta
In questo nuovo studio, il prof. Scott Ryan dell'Università di Guelph ha scoperto che la cardiolipina, una molecola che si trova all'interno delle cellule nervose, aiuta a garantire che una proteina chiamata alfa-sinucleina si pieghi correttamente. Al contrario un errato piegarsi di questa proteina porta a depositi proteici che sono il segno distintivo della malattia di Parkinson. Nello specifico, si sa che questi depositi sono tossici per le cellule nervose che controllano i movimenti volontari. Quando si accumulano troppi depositi, le cellule nervose muoiono.

Identificare il ruolo della cardiolipina
«Identificare il ruolo cruciale che la cardiolipina gioca nel mantenere funzionali queste proteine ​​significa che la cardiolipina può rappresentare un nuovo obiettivo per lo sviluppo di terapie contro la malattia di Parkinson – ha spiegato il prof. Ryan, del Dipartimento di Biologia Molecolare e Cellulare – Attualmente non ci sono trattamenti che impediscono alle cellule nervose di morire».

Lo studio
I ricercatori hanno utilizzato cellule staminali prelevate da persone con la malattia di Parkinson. Dopo di che, il team ha studiato il modo in cui le cellule nervose cercano di far fronte a una alfa-sinucleina malriposta. «Abbiamo pensato che se potessimo comprendere meglio come le cellule normalmente piegano l'alfa-sinucleina, potremmo essere in grado di sfruttare quel processo per dissolvere questi aggregati e rallentare la diffusione della malattia», ha sottolineato Ryan.

I risultati
Pubblicato sulla rivista Nature Communications, lo studio è stato finanziato dal 'Parkinson Canada' e ha rivelato che, all'interno delle cellule, l'alfa-sinucleina si lega ai mitocondri, dove risiede la cardiolipina. Le cellule usano i mitocondri per generare energia e guidare il metabolismo, si legge in una nota dell'Università di Guelph. Di solito, la cardiolipina nei mitocondri estrae la sinucleina dai depositi di proteine ​​tossiche e la ripiega in una forma non tossica. Qui, il team di scienziati ha scoperto che, nelle persone affette dal Parkinson, questo processo è annientato nel tempo e i mitocondri sono infine distrutti. «Come risultato, le cellule lentamente muoiono – sottolinea il ricercatore – Sulla base di questa scoperta, ora abbiamo una migliore comprensione del perché le cellule nervose muoiono nella malattia di Parkinson e di come potremmo essere in grado di intervenire».

Sviluppare un trattamento
Il prof. Ryan ha poi rivelato che comprendere il ruolo della cardiolipina nel ripiegamento delle proteine ​​può aiutare a sviluppare un farmaco o una terapia per rallentare la progressione della malattia. ««La speranza è che saremo in grado di salvare i deficit locomotori in un modello animale. Questo è un grande passo verso il trattamento della causa di questa malattia».