E' malata di Sla e la privano dell'assegno per le cure. Il web si mobilita per aiutarla
Carla Bocola, 52 anni e malata di Sla e comunica soltanto con gli occhi. Eppure da mesi non riceve più l'assegno per le cure. I Social si mobilitano per aiutarla
TARANTO – Accade in Italia, e viene da vergognarsene. Una donna malata di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), una malattia terribile per cui oggi ancora non esiste cura, è stata lasciata a se stessa dalla 'solita burocrazia'. E' Carla Bocola, 52enne di San Severo in provincia di Foggia e residente a Taranto. Lei, sa 7 anni in lotta con la Sla, riesce a comunicare soltanto con gli occhi: è tenuta in vita sai macchinari che la nutrono, dato che non potrebbe fare altrimenti. Non può parlare ormai da tre anni ed è tracheotomizzata.
Senza assegno
Carla è sposata e ha due figli che, insieme al suo marito, la accudiscono. Ma è chiaro che non solo non basta, ma i suoi famigliari avrebbero bisogno di tutto l'appoggio possibile, e invece. La donna, necessita di un monitoraggio continuo, viste le sue gravi condizioni. Ma avrebbe anche bisogno di personale qualificato che la assista. Nonostante ciò, da quest'estate le è stato tolto anche l'assegno per le cure, di circa mille euro al mese, per via di un nuovo bando che prevedeva l'assegnazione di un punteggio determinati in base alla gravità della patologia – come se la Sla non lo fosse già di per sé – e il famoso Isee. Ed è proprio la combinazione dell'assegno percepito, dovuto essere compreso nella compilazione dell'Isee, ad aver fatto scattare la revoca. Assurdo, ma così. Per questo motivo, i familiari si sono visti costretti a licenziare una delle due persone che li aiutavano nell'accudirla.
L'accorato appello
Qualche giorno fa, aiutata da un apparecchio ottico che le permette di scrivere e comunicare via Facebook, Carla ha denunciato sul Social quanto accaduto. Il suo post non è passato inosservato alla Community ed è subito partita una campagna di solidarietà. Contraddistinta dagli hashtag #iostoconcarla e #noisiamocarla la campagna ha preso il via e, per fortuna, almeno in questo caso le cose si sono mosse. Apprendendo di questi episodi, appare chiaro che nel meccanismo che determina le concessioni degli assegni, per mezzo dell'Isee è da rivedere – specie per evitare che accadano delle ingiustizie come queste. Dalla Regione pare che qualche segnale in questo senso sia arrivato, ma bisognerà vedere come si evolverà la situazione più avanti per poter dire che si è fatto qualcosa di concreto e utile.
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