23 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Pseudoalteromonas haloplanktis

Tumore al polmone, la cura può arrivare da un batterio antartico

Una nuova speranza in un batterio in grado di secernere una molecola che distrugge le cellule cancerose lasciando intatte quelle sane

Un batterio dell'Antartide per il cancro del polmone
Un batterio dell'Antartide per il cancro del polmone Foto: Shutterstock

Buone notizie sul fronte tumori: una cura potrebbe salvare molte persone affette dal cancro ai polmoni. Ciò che però rende davvero sorprendente la ricerca è che questa nuova terapia agisce in maniera selettiva. Tutti sappiamo, infatti, che sono molti i pazienti che rinunciano alle cure proprio perché i farmaci mirano tutte le cellule in maniera totalmente indiscriminata, uccidendo anche quelle umane e, per di più sane. Tuttavia, ora un batterio potrebbe davvero fare la differenza e ribaltare per sempre il concetto di cure oncologiche.

Una nuova speranza in un batterio antartico
La nuova opzione terapeutica sembra derivare da una particolare molecola prodotta da un batterio marino antartico. Quest’ultima – secondo gli scienziati – avrebbe la capacità di sopprimere in maniera del tutto selettiva alcune cellule del tumore al polmone. Ad asserirlo è un recente studio condotto dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli. In quest’ultima sede si effettuano da anni studi di eco-biologia molecolare relativi a batteri provenienti dalle zone dell’Antartide.

Metaboliti interessanti
In seguito agli studi condotti nel dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università Federico II, alcuni batteri isolati provenienti dall’Antartide avrebbero la peculiarità di secernere alcuni metaboliti che potrebbero rivelarsi utili in campo terapeutico. Grazie a questa scoperta gli scienziati hanno dato il via a un nuovissimo progetto coordinato dalla Professoressa Maria Luisa Tutino del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Napoli Federico II e dalla Dottoressa Giovanna Romano della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Diretto verso le cellule tumorali
La straordinaria scoperta ha rivelato che un particolare tipo di batterio denominato Pseudoalteromonas haloplanktis può uccidere solo le cellule del tumore al polmone denominate A549 senza intaccare minimamente quelle sane. Si tratta, nello specifico, del cancro del tipo non a piccole cellule. In realtà il meccanismo con cui sopprime le cellule tumorali è particolarmente complesso. Grazie allo studio condotto da Filomena Sannino e Clementina Sansone, infatti, si è potuto evidenziare come il batterio stimoli dei particolari percorsi che portano a una sorta di suicidio cellulare.

Piroptosi
Il batterio attiva nelle cellule cancerose un meccanismo denominato piroptosi, uno specifico percorso di morte cellulare. Questo è reso possibile grazie all’acido 4-idrossibenzoico. Paradossalmente, questo è uno dei componenti principali di molti prodotti cosmetici, composto appartenente al gruppo dei parabeni. Proprio questi ultimi da anni sono stati accusati di essere degli interferenti endocrini e di provocare il cancro. È evidente, tuttavia, che se utilizzate direttamente dalle cellule cancerose le porti alla morte. Molecole simili vengono utilizzate anche come additivi alimentari. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Nature Scientific Reports.

Un genoma unico
Secondo una ricerca di vecchia data (1996) pubblicata su Genome Research, il batterio possiede un sequenziamento unico al mondo. Tant’è vero che gli scienziati hanno concluso che «a nostra conoscenza, P. haloplanktis è il primo batterio marino che ha dimostrato di avere una struttura genomica complessa».

[1] Genome Res. 1996 Dec;6(12):1160-9. The marine bacterium Pseudoalteromonas haloplanktis has a complex genome structure composed of two separate genetic units. Lanoil BD1, Ciuffetti LM, Giovannoni SJ.

[2] Methods Mol Biol. 2012;824:203-18. doi: 10.1007/978-1-61779-433-9_10. Regulated recombinant protein production in the Antarctic bacterium Pseudoalteromonas haloplanktis TAC125. Rippa V1, Papa R, Giuliani M, Pezzella C, Parrilli E, Tutino ML, Marino G, Duilio A.

[3] Pseudoalteromonas haloplanktis - Microbewiki