18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Toyin Ogundipe

Donna sale sull’aereo e inizia il travaglio quando è in volo. Ecco il bambino nato a 10mila metri

Una donna di 41 anni partorisce proprio mentre si trova in aereo. Per fortuna accanto a lei era seduto «un angelo» che l’ha aiutata

Donna sale sull’aereo e inizia il travaglio quando è in volo
Donna sale sull’aereo e inizia il travaglio quando è in volo Foto: Shutterstock

Dicono che solo dopo la nascita del proprio figlio i genitori imparano che la vita è tutta una sorpresa. Ecco perché bisogna anche ricordare di non organizzare mai niente. A giudicare da quanto è recentemente accaduto a una giovane donna, però, le sorprese iniziano anche prima della nascita. Il piccolo Jake, infatti, ha deciso di nascere in anticipo rispetto a quanto previsto e lo ha fatto proprio mentre la mamma si trovava in volo. Per fortuna nell’aereo c’era anche un’altra persona che, in qualche modo, ha salvato la vita di entrambi.

Sto arrivando!
Chi lo avrebbe mai detto? Il piccolo Jake aveva molta fretta di nascere e lo ha fatto proprio mentre la mamma Ogundipe, banchiere di 41 anni, era in volo. In realtà non si trattava di un evento molto raro considerando che lei spesso faceva lunghi viaggi tra Stati Uniti e Nigeria. Tuttavia, durante quest’ultimo viaggio è accaduto un fatto inaspettato: si è accorta che le contrazioni erano sempre più forti e ravvicinate: il bambino stava per nascere.

L’uomo che l’ha aiutata
Per fortuna, accanto a lei era seduto un giovane medico di 27 anni, di nome Hemal. Anche lui era solito viaggiare in aereo e in quel momento stava facendo la seconda tappa del suo viaggio di ritorno dall’India. Il dottore è impiegato presso il Glickman Urological and Kidney Institute di Cleveland Clinic. Ma durante il volo si è reso conto che la donna accanto aveva davvero bisogno di lui: era entrata in travaglio.

Niente Champagne
Per ironia della sorte, il dottor Hemal stava guardando un film in tutta tranquillità e stava per bere un bicchiere di champagne quando ha visto le condizioni della povera donna. «Ero abbastanza stanco per il jet lag», racconta Hemal che aveva festeggiato il matrimonio del suo migliore amico proprio il giorno prima. «Ho pensato che avrei bevuto qualcosa e mi sono addormentato. Ma sono contento di non aver bevuto niente».

Niente atterraggio di emergenza
Purtroppo l’equipaggio non ha potuto fare un atterraggio di emergenza perché l’aereo stava sorvolando la costa meridionale della Groenlandia. Grazie al cielo, però, la donna – che viaggiava insieme all’altra sua figlia di 4 anni di nome Emy – ha ricevuto assistenza dal dottor Hemal e un altro medico: il pediatra Shepherd.

Cambio di classe
Affinché la donna potesse ricevere un’assistenza adeguata è stata trasferita in prima classe insieme ai due medici. «Le sue contrazioni erano a circa 10 minuti l'una dall'altra, così il pediatra e io abbiamo iniziato a monitorare i suoi segni vitali e tenerla a suo agio», racconta Hemal. Tuttavia, entrambi i dottori avevano a disposizione solo un piccolo kit medico fornito dall’equipaggio. Nel frattempo, le contrazioni stavano diventando sempre più frequenti: era chiaro che il bambino sarebbe nato a bordo. L’unico lato positivo è che, sebbene Hemal fosse un urologo, aveva esperienza di altri parti.

Keep calm
Per fortuna i medici erano pronti a tutto e non sembravano mostrare segni di preoccupazione. «Siamo addestrati per stare calmi e pensare chiaramente in situazioni di emergenza. Ho solo cercato di pensare a cosa potrebbe andare storto e proporre una soluzione creativa». D’altro canto anche Ogundipe non era per niente agitata. «Ero rilassata perché sapevo di essere in buone mani. Hanno fatto tutto quello che un medico o un'ostetrica avrebbero fatto se fossi stata in una stanza dell'ospedale. Ancora meglio, se me lo chiedi».

E’ nato!
Dopo circa trenta minuti il piccolo Jake è venuta alla luce. Hemal ha rimosso la placenta e legato il cordone ombelicale prima di tagliarlo via. Quando finalmente l’aereo è atterrato a New York madre, figlia e il nuovo nato si sono recati in ospedale per valutare lo stato di salute del piccolo. Per terminare il lieto fine, l’Air France ha regalato un buono viaggio al medico e una bottiglia di champagne: finalmente ora poteva godersi il tanto desiderato bicchiere di champagne.