25 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Un graffio letale

Bimbo di 6 anni muore per la rabbia trasmessa da un pipistrello

Un bambino di sei anni muore per la rabbia dopo essere stata graffiata da un pipistrello infetto che aveva trovato in un secchio

I pipistrelli possono portare la rabbia
I pipistrelli possono portare la rabbia Foto: Shutterstock

STATI UNITI – Si sente parlare raramente di rabbia silvestre, eppure ancora qualche caso ogni tanto salta fuori. Sempre parlando di rabbia si pensa sempre alle volpi o ai cani randagi, ma non bisogna dimenticare che a trasmettere questa grave malattia sono anche i pipistrelli che, per esempio, in Sud America provocano più contagi che non i canidi. E questo è il caso di un bimbo di 6 anni di nome Ryker Roque.

Non toccare
I bambini sono curiosi, questo si sa, e anche Ryker lo era. Così, quando era stato avvertito di non toccare per nessun motivo il pipistrello, la cosa è stata più forte di lui. L'animale infetto era stato trovato in giardino dal padre, il quale lo aveva poi messo in un secchio. Solo che quando il bambino lo ha toccato, il pipistrello l'ha graffiato e lui, senza neanche accorgersene prima, si è ammalato di rabbia.

Corsa contro il tempo
Quando il padre di Ryker, Henry, ha scoperto che il piccolo era stato graffiato ha subito cercato su Internet informazioni al riguardo per sapere cosa dovesse fare. Sul web, il papà ha trovato informazioni generali. «A quanto pare Ryker ha messo la sua mano lì dentro e l'ha toccato e ha detto che lo aveva soltanto graffiato – spiega a NBC News il padre – quindi ho cercato velocemente su Google e ho trovato che bisognava lavarsi le mani con sapone, acqua calda per cinque minuti». Era chiaro che i familiari del piccolo, residenti in Florida (Usa), non sapevano che il pipistrello era infetto dalla rabbia. Così hanno seguito le istruzioni trovate su Google e hanno pulito accuratamente la ferita del figlio, senza portarlo in ospedale accontentandolo, visto che si era messo a piangere alla prospettiva che gli facessero un'iniezione.

Sembrava tutto normale
Per circa una settimana dall'episodio le cose sono andate normalmente, e il piccolo Ryker si era ormai dimenticato dell'accaduto. Solo che qualche giorno dopo le sue dita hanno iniziato a intorpidirsi, per poi vedere esordire un mal di testa che diveniva sempre più forte. In seguito inizia anche ad avere allucinazioni e convulsioni. A quel punto, la sua famiglia preoccupata lo porta in ospedale, temendo che potesse aver battuto la testa mentre giocava. Ma nulla faceva pensare alla rabbia.

In ospedale
Quando arrivarono in ospedale e i medici chiesero loro di raccontare quanto fosse accaduto negli ultimi tempi, i genitori ricordarono l'episodio del pipistrello. A quel punto i medici compresero che c'era dell'altro. Purtroppo, dato che ormai erano passati molti giorni, il personale medico informa i familiari che le probabilità che il bambino si salvasse erano praticamente pari a zero. Una volta che la malattia raggiunge il cervello, infatti, e quasi sempre mortale. Prima però si doveva verificare se si trattava proprio di rabbia silvestre. Gli esami clinici hanno infine confermato la presenza del virus nel corpo del bambino.

Un ultimo disperato tentativo
In un ultimo disperato tentativo di salvargli la vita, i medici hanno sottoposto Ryker a un trattamento sperimentale che aveva salvato già due bambini in America. Questa terapia è chiamata protocollo di Milwaukee, ed è stata inventata dal dott. Rodney Willoughby, del Children's Hospital del Wisconsin. Questo trattamento prevede l'induzione del coma farmacologico del paziente, per poi somministrare un cocktail di farmaci antivirali. Una adolescente di 14 anni aveva beneficiato di questa terapia, dopo essere stata morsa da un pipistrello.

La pagina per la raccolta fondi
Per poter sostenere le spese mediche per la terapia protocollo di Milwaukee, era anche stata aperta una pagina su GoFundMe. In molti hanno risposto all'appello e hanno dato il loro contributo. I genitori, speranzosi, hanno così potuto continuare nella cura. Solo che domenica scorsa il piccolo Ryker non è sopravvissuto ed è morto nell'ospedale di Orlando.

Cos’è la rabbia
La Rabbia è una malattia molto grave che può causare la morte di animali ed essere umani. È causata da un virus denominato Lyssavirus, che viene trasmesso da soggetti precedentemente infettati. Ecco il motivo per cui è molto facile che si presenti in seguito al morso di un animale. A differenza di quanto si creda, a trasmetterla non sono solo gli animali domestici, ma anche le volpi, le puzzole, i procioni, i coyote e i pipistrelli. E poi altri animali come cavalli, scimmie, castori e persino marmotte. I sintomi più comuni sono: estrema agitazione, cefalea, ansia, stato confusionale, eccesso di salivazione con difficoltà di deglutizione, allucinazioni, insonnia, febbre, paralisi. Se il medico ritiene che la persona sia affetta da Rabbia potrebbe richiedere un’iniezione di immunoglubuline e delle vaccinazioni ripetute da eseguire nel giro di pochi giorni.