10 dicembre 2024
Aggiornato 13:30
Cancro e spermatozoi

Cancro, ecco come gli spermatozoi eliminano cellule tumorali lasciando intatte quelle sane

Alcuni ricercatori sono riusciti a trovare un metodo quasi infallibile per curare il cancro lasciando intatte le cellule sane

Spermatozoi contro il cancro
Spermatozoi contro il cancro Foto: Shutterstock

Una delle cure più comuni contro il cancro si chiama chemioterapia. E benché ne esistano di diversi tipi, più o meno tossici, è senz’altro la terapia più spaventosa che esista al mondo. Non è raro, infatti, vedere pazienti adulti che rifiutano le cure, quando sarebbero disposti a pagare oro per avere a disposizione farmaci con effetti collaterali decisamente meno devastanti. L’obiettivo chi si pongono gli scienziati da (ormai) davvero troppi anni da aver provocato una grande sfiducia nei pazienti, è quello di trovare una soluzione che danneggi solo le cellule cancerose lasciando intatte quelle sane. Ora, una nuova speranza in tal senso, potrebbe arrivare dagli spermatozoi.

La soluzione potrebbe essere nello sperma umano
Il team di ricerca del Leibniz Institute for Solid State and Materials Research (Germania) è riuscito a dimostrare come lo sperma può essere trasformato in un valido alleato contro alcuni tipi di cancro, utilizzandolo come veicolo di somministrazione per diversi tipi di farmaci.

I vantaggi
Secondo quanto riportato sul New Scientist lo sperma offre innumerevoli vantaggi. Il primo di questi è che la loro peculiarità è quella di muoversi in maniera del tutto naturale. Inoltre possono trasportare il farmaco in maniera che il corpo non lo diluisca per mezzo dei fluidi corporei e, allo stesso modo, non può essere attaccato dagli enzimi che potrebbero distruggerlo. Infine, non provocano risposte immunitarie anomale perché considerati elemento integrante del corpo umano.

Lo sperma immagazzina il farmaco
Gli scienziati hanno effettuato diversi test. Nel primo hanno messo in ammollo lo sperma in un tipico trattamento contro il cancro chiamato doxorubicina. In questo modo lo sperma ingloba il farmaco dentro di sé. Dopodiché gli spermatozoi sono stati trasformati in un tumore sperimentale, riuscendo, però, a eliminare quasi il 90percento delle cellule tumorali dopo solo 72 ore.

I cappelli per gli spermatozoi
Nel secondo test i ricercatori hanno attaccato una sorta di cappellino in ferro agli spermatozoi, in questi modo le cellule sono state guidate facilmente attraverso un magnete. I ricercatori li hanno quindi indirizzati nella sede di un tumore. Una volta arrivati a destinazione, il cappellino si apre, rilascia il farmaco che penetra nel tumore. Dai risultati ottenuti gli scienziati sono riusciti a dimostrare come questo metodo sia più efficace di tanti altri perché lo sperma è in grado di penetrare all’interno delle cellule fornendo la dose di farmaco in maniera mirata. In soli 3 giorni, gli spermatozoi sono riusciti a eliminare l’87% delle cellule del cancro alla cervice.

Una nuova prospettiva
Lo studio, recentemente pubblicato su ACS Nano, diviene una prospettiva importante per la cura del cancro. Soprattutto, potrebbe essere una delle poche soluzioni che utilizza elementi naturali al 100% che vengono teleguidati esclusivamente sulle cellule cancerose, lasciando intatte quelle sane.

  • Guarda il video: gli spermatozoi distruggono in tempo reale le cellule cancerose

Tumori e cancro: forse un virus potrebbe curarli velocemente
Oltre alle navette spermatozoi per la cura contro il cancro, alcuni scienziati londinesi dell'Università di Leeds e del The Institute of Cancer Research, sembrano aver trovato una strada alternativa per combattere i tumori. In particolare per quelli più nocivi e aggressivi che colpiscono il cervello. Non è la prima volta che viene utilizzato un patogeno per curare malattie così devastanti, ma questo è il primo studio che è riuscito a trovare un metodo per superare la barriera emato-encefalica e distruggere le cellule cancerose. Ecco, nel dettaglio, i risultati dello studio.

Il virus contro il cancro
Non un trattamento immunoterapico qualsiasi ma una cura basata sull’iniezione di un patogeno. In particolare, gli scienziati inglesi sono riusciti a sfruttare un virus appartenente alla famiglia dei reovirus – del quale fa parte anche il rotavirus - che pare essere in grado di superare la barriera emato-encefalica ed evitare la diffusione al resto del cervello. Il virus, una volta replicato a livello del tumore dovrebbe essere in grado di distruggere tutte le cellule tumorali.

Stimolazione delle difese immunitarie
Il reovirus – secondo quando scoperto dagli scienziati – è in grado di attivare i sistemi di difesa del corpo umano e distruggere le cellule cancerose in maniera pressoché naturale. Questo genere di terapia, spiegano i ricercatori, potrebbe anche essere utilizzata in combinazione con altri farmaci antitumorali per ottenere un effetto più rapido e potente.

Un risultato inaspettato
Il risultato ottenuto è stato sconvolgente perché la scienza ha sempre pensato che i virus non erano in grado di superare la barriera emato-encefalica. Quindi, per far funzionare una terapia di questo genere i medici avrebbero dovuto iniettare i virus direttamente all’interno del cervello: una pratica estremamente pericolosa che, tra le altre cose, non potrebbe essere ripetuta nel tempo.

Effetti collaterali minimi
Un altro lato positivo della terapia con il virus è che il patogeno infetta solo le cellule tumorali lasciando completamente intatte quelle sane. I pazienti che hanno sperimentato la cura, infatti, sembrano aver accusato solo lievissimi effetti collaterali influenzali.

La somministrazione
Una volta stabilito che il virus era in grado di superare naturalmente la barriera emato-encefalica, i ricercatori hanno provato a somministrarlo per via endovenosa attraverso una sola dose. Allo studio hanno partecipato nove persone affette da metastasi al cervello attraverso cellule cancerose derivanti da altri organi o con il cancro al cervello (gliobastoma). Ognuno di loro era in attesa di intervento chirurgico. Prima di effettuarlo, però, gli scienziati gli hanno fatto una flebo contenente il virus.

Le analisi
Dopo aver rimosso i tumori chirurgicamente, i ricercatori li hanno prelevati e analizzati per vedere cosa era stato in grado di fare il virus iniettato per endovena. In tutti e nove i pazienti, il patogeno era stato in grado di raggiungere le cellule cancerose. Ma non solo: i volontari avevano evidenziato una stimolazione del sistema immunitario naturale attraverso un aumento delle cellule T killer le quali sembravano essere attratte come una calamita dal tumore allo scopo di eliminare il cancro.

Virus terapeutici
«Questa è la prima volta che viene dimostrato che un virus terapeutico è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, e questo apre la possibilità al fatto che questo tipo di immunoterapia possa essere usato per trattare più persone con tumori cerebrali aggressivi. Questo studio voleva dimostrare che un virus poteva essere trasmesso direttamente a un tumore presente nel cervello: non solo era in grado di raggiungere il suo bersaglio, ma c'erano segni di stimolazione delle difese immunitarie del corpo per attaccare il cancro», conclude Adel Samson, dell'università di Leeds.