19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Depressione e musica

Depressione: si guarisce con la musicoterapia

La musicoterapia sembra funzionare bene sia da sola che insieme a trattamenti farmacologici. I risultati ottenuti dagli scienziati

Depressione e musica
Depressione e musica Foto: Shutterstock

Ancora nuove conferme sulle virtù benefiche della musica. Secondo alcuni scienziati le note trascritte sul pentagramma esercitano effetti salutari, sia sugli esseri umani che sugli animali. In particolare pare che ascoltare certi brani possa ridurre forti stress, ansia e persino depressione. Probabilmente non a caso tutti noi accendiamo lo stereo o indossiamo le cuffiette quando abbiamo bisogno di rilassarci un po’ ed evadere dalle difficoltà quotidiane. Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati in merito alle proprietà curative della musica.

Musica contro la depressione
Alcuni scienziati norvegesi hanno condotto uno studio a sostegno della musicoterapia confrontandola con l’azione di alcuni farmaci. Dai risultati è emerso che in alcuni casi potrebbe essere addirittura migliore del trattamento farmacologico tradizionale.

Lo studio
Durante lo studio sono state esaminate oltre quattrocento persone che hanno partecipato a nove esperimenti. Alcuni hanno testato gli effetti della sola musicoterapia, altri della musica abbinata ai farmaci di uso più comune. In seguito ai dati ottenuti è stato possibile evidenziare una diminuzione dello stato depressivo, specie se unita al trattamento farmacologico. Ma anche da sola, la musica alleviava ansia e sintomatologie depressive. «Ora possiamo essere più fiduciosi sul fatto che la musicoterapia, in effetti, migliori i sintomi e il funzionamento dei pazienti e che questa scoperta valga in una varietà di tipologie, paesi, tipi di pazienti e di musicoterapia», ha dichiarato il coordinatore dello studio Christian Gold di Uni Research Health (Bergen Norvegia).

Trattamenti passivi e attivi
Il vero trattamento musicoterapico prevede sia l’ascolto passivo che attivo. Quest’ultimo grazie all’utilizzo di uno strumento musicale, della propria voce o della partecipazione a un concerto. Generalmente questo approccio deve però essere seguito da un esperto o uno psicologo. «Anche se la musicoterapia è stata a lungo utilizzata in tutto il mondo, la ricerca fino a oggi non aveva offerto un quadro chiaro dei suoi benefici», continua Gold.

Studi precedenti
«Uno studio, considerato una pietra miliare, è uscito nel 2011 e ha concluso che la musica potrebbe aiutare, ma è stata fatta solo in un paese e ha lasciato molte domande senza risposta. Il presente aggiornamento della recensione conferma questi risultati e li amplia. Pensiamo ancora che siano necessarie ulteriori studi; tuttavia, riteniamo che la ricerca sulla musicoterapia per la depressione possa ora passare a domande più specifiche, come il confronto tra diversi tipi di terapia l'uno con l'altro», ha dichiarato l’autore a Reuters.

Benefici a breve termine
«La scoperta più importante è che la musicoterapia mostra effetti benefici a breve termine per le persone depresse quando viene aggiunta al trattamento psicologico o farmacologico di base», ha dichiarato il dott. Gjin Ndrepepa, ricercatore presso la Technical University di Monaco, in Germania, che non era coinvolto nello studio. Tuttavia, i moderni studi di imaging cerebrale sono riusciti a evidenziare come la musica sia in grado di attivare specifiche regioni del cervello coinvolte nella regolazione delle emozioni. Tutti, infatti, sappiamo che alcuni brani ci fanno sentire tristi mentre altri ci danno subito una sensazione di serenità. «Finché non avremo risultati di ricerca più specifici che mettono a confronto le diverse terapie musicali, la musicoterapia dovrebbe essere vista come una delle varie opzioni. È importante avere delle scelte perché nessuna terapia funziona per tutti», conclude Gold.