Da Candiolo l’arma per smascherare le cellule tumorali e bloccarle
I ricercatori dell’IRCCs di Candiolo e dell’Università di Torino hanno studiato un nuovo metodo per smascherare i tumori e renderli visibili al nostro sistema immunitario in maniera da annientarli

Se c’è un motivo per cui non riusciamo a combattere il cancro naturalmente è perché il nostro sistema immunitario non riconosce le cellule cancerose come aggressori o come qualcosa di potenzialmente nocivo. Oggi la scienza sa che l’unico metodo per combatterlo è quello di informare il nostro sistema di difesa al fine di annientarle. In questo modo – un po’ come avviene con l’immunoterapia – il cancro non riuscirebbe a replicarsi. Ma da Candiolo i ricercatori sembrano aver trovato un modo per risvegliare il sistema immunitario. Ecco di cosa si tratta.
Smascherare le cellule tumorali
Se il nostro sistema immunitario non capisce che alcune cellule possono portarci alla morte di certo non si attiva per difenderci. Ma se noi riusciamo a smascherarle facendogliele vedere per ciò che sono realmente allora potremmo guarire facilmente dal cancro. E’ questa, in sintesi, l’idea dei ricercatori dell’IRCCs di Candiolo e dell’Università di Torino. I risultati del loro studio sono stati pubblicati su Nature.
Immunogenetica
Gli studiosi si sono basati per lo più sull’immunogenetica - le basi genetiche dei fenomeni immunitari – e sull’immunoterapia. «Il nostro è un approccio non convenzionale», dichiara Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare e docente del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino. «Per fare un paragone facilmente comprensibile abbiamo modificato un tumore, che possiamo paragonare a un velivolo Stealth, e cioè invisibile, in uno che può essere individuato dai radar e intercettato dai nostri sistemi di sicurezza. Usando un’innovativa tecnologia genetica, abbiamo costretto cellule di tumori del colon e del pancreas a uscire allo scoperto e a diventare un bersaglio da aggredire e neutralizzare per le cellule del sistema immunitario». Lo studio è stato presentato insieme a Giovanni Germano, ricercatore con esperienza in Immunologia.
Risultati in laboratorio
Allo stato attuale i primi risultati – più che soddisfacenti – sono stati ottenuti in laboratorio su linee cellulari. Nella fase successiva queste sono state trasferite su modelli animali per ulteriori conferme. Come sempre accade in questi casi è necessario del tempo affinché la sperimentazione possa passare alla fase clinica, ovvero testata sugli esseri umani. Tuttavia i ricercatori affermano di essere sulla buona strada affinché un giorno il nostro sistema di difesa – i famosi radar – possano intercettare il tumore e annientarlo.
Neoantigeni
«Stiamo studiando se farmaci antitumorali, che come effetto collaterale causano danni al DNA, provocano la formazione di neoantigeni che possono risvegliare il sistema immunitario. Abbiamo già in mente potenziali candidati e stiamo lavorando anche con l’Istituto Nazionale dei Tumori, il Niguarda Cancer Center e l’Università di Milano per verificare la nostra ipotesi per futuri sviluppi clinici», concludono i ricercatori.
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