28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Dislessia

Dislessia, scoperta una causa anatomica. E potenzialmente si può curare

Alcuni scienziati francesi hanno dichiarato di aver trovato negli occhi una causa curabile per la dislessia. La diagnosi è semplice e anche il trattamento potrebbe esserlo. La scoperta potrebbe rappresentare una svolta per i dislessici

Dislessia
Dislessia Foto: Shutterstock

FRANCIA – Una buona notizia per chi è interessato dalla dislessia arriva dagli scienziati francesi dell’Università di Rennes. Secondo il loro studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, la causa, e dunque anche la cura per la dislessia si potrebbe trovare negli occhi. Nello specifico, si sarebbe trovata una causa fisiologica e formalmente trattabile per la dislessia che si trova nascosta nelle piccole cellule dei recettori di luce nell’occhio umano. Gli scienziati avrebbero anche sviluppato un metodo diagnostico relativamente semplice, che si basa proprio sull’esame degli occhi del soggetto dislessico.

Le cellule e la loro disposizione
Nelle persone non dislessiche, fanno notare i ricercatori, le cellule sono disposte asimmetricamente, in modo da permettere che i segnali provenienti da un occhio vengano sovrascritti dall’altro per creare una singola immagine nel cervello. Nelle persone con la dislessia, invece, le cellule sono disposte in corrispondenza di precisi modelli in entrambi gli occhi, ossia i recettori sono identici. Questo può essere la causa di una confusione a livello cerebrale, producendo immagini ‘specchio’. «Le nostre osservazioni ci portano a credere che abbiamo davvero trovato una potenziale causa della dislessia», ha commentato il dottor Guy Ropars, coautore dello studio.

Diagnosi e ‘cura’
La scoperta, secondo gli autori dello studio, offre un metodo di diagnosi «relativamente semplice», perché basta soltanto guardare gli occhi della persona. Oltre a questo, sottolinea Ropars, «la scoperta di un ritardo (di circa 10 millesimi di secondo) tra l’immagine primaria e l’immagine speculare negli emisferi opposti del cervello, ci ha permesso di sviluppare un metodo per cancellare l’immagine speculare che è così confusa nelle persone dislessiche, utilizzando una lampada a LED». Questa lampada, definita ‘lampada magica’ emette un lampeggio così rapido che è invisibile all’occhio. Ciò ha permesso di annullare una delle due immagini nel cervello della persona mentre stava leggendo, dando modo di evidenziare se in questo modo il dislessico non avesse più le tipiche difficoltà di lettura.

Come per i mancini e i destrimani
Al pari di come gli esseri umani usano in prevalenza la mano destra o la sinistra, anche con gli occhi si ha uno che è dominante rispetto all’altro. Ora, dato che le persone in genere hanno due occhi, i quali registrano versioni leggermente diverse della stessa immagine, il cervello deve selezionare uno dei due, creando una «non-simmetria». Molte persone hanno una predominanza destra, rispetto alla sinistra, e l’occhio dominante ha più connessioni neurali con il cervello rispetto all’altro. I segnali relativi all’immagine sono catturati per mezzo di elementi chiamati aste e coni, che si trovano nell’occhio. Nello specifico, i sono responsabili del colore. La maggioranza dei coni, nelle varianti rosse, verdi e blu, si trovano in un piccolo punto al centro della cornea dell’occhio noto come fovea. Qui c’è tuttavia un piccolo foro di circa 0,1-0,15 millimetri di diametro che non presenta coni blu.

Quali sono le differenze
Durante un esperimento, il dottor Ropars, insieme al collega Albert le Floch hanno osservato che vi era una grande differenza tra la disposizione dei coni tra gli occhi di persone dislessiche e quelle non dislessiche. In particolare, nelle persone non dislessiche, il punto senza coni blu nell’occhio dominante era rotondo, mentre nell’occhio più debole aveva una forma irregolare. Diversamente, nelle persone dislessiche entrambi gli occhi hanno lo stesso punto rotondo, il che si traduce in nessun occhio dominante. «La mancanza di asimmetria potrebbe essere la base biologica e anatomica della disabilità nella lettura e nella ortografia», scrivono i ricercatori. Il cosiddetto errore dello specchio, è perché le persone dislessiche rovesciano le lettere come per esempio leggere la ‘b’ come se fosse una ‘d’. «Per gli studenti dislessici i loro due occhi sono equivalenti e il loro cervello deve affidarsi successivamente alle due versioni leggermente diverse di una determinata scena visiva», precisano gli autori dello studio.