Torino, gli esami confermano che si trattava proprio di tetano. La bimba ora è vaccinata
Gli esami condotti recentemente sulla bambina di 7 anni ricoverata all'ospedale Regina Margherita di Torino per sospetto tetano hanno confermato che si trattava proprio di questa infezione. Dovrà restare in rianimazione per almeno un mese

TORINO – Era proprio tetano l’infezione che ha portato al ricovero in gravi condizioni della bimba di 7 anni di Torino. La piccola era stata portata all’Ospedale Infantile Regina Margherita il 7 ottobre scorso con una manifestazione di sintomi che facevano pensare a un’infezione da tetano. La piccola infatti era in preda a spasmi muscolari e convulsioni. Dopo essere stata ricoverata si era subito parlato di tetano, tuttavia per la conferma si doveva attendere l’esito delle analisi. Ora l’esito è arrivato e il dottor Giorgio Ivani, primario del reparto di Rianimazione ha che: «La diagnosi clinica ci ha permesso di stabilire con certezza che si tratta di un caso di tetano». Gli esami hanno inoltre confermato che la bambina non era vaccinata, come pare anche il fratellino – ma ora lo è stata, come da prassi. Altro fatto che resta ‘misterioso’ è come la bimba possa aver contratto il tetano, dato che i medici non hanno riscontrato su di lei segni di ferite.
Resta in Rianimazione
Sebbene le condizioni cliniche siano in miglioramento, si tratta di un qualcosa che sta comunque avvenendo in modo progressivo ma lento, spiegano i medici. Per questo resta in rianimazione e dovrà restarci per almeno un mese. «La letteratura – ha sottolineano Ivani – indica un rischio di crisi per almeno trenta giorni. Trattandosi di una bambina piccola, che al momento del ricovero presentava sintomi importanti, è quindi necessario resti in Rianimazione, dove può essere tenuta sotto stretto controllo, per almeno un mese benché sia cosciente e orientata».
Accanto a mamma e papà
Anche se la bimba dovrà restare per diverso tempo in Rianimazione, per fortuna potrà avere accanto a sé mamma e papà. Difatti, come ha fatto notare il prof. Ivani, proprio il reparto Rianimazione dell’ospedale torinese è stato uno dei primi in Italia «a consentire ai genitori di assistere i piccoli pazienti giorno e notte». Un servizio che offre la possibilità ai genitori di poter stare accanto ai propri figli.
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