25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Cancro università di Pisa

Il cancro una malattia moderna? Una bufala. Nel Rinanscimento diffusa come ai giorni nostri

Il cancro non è una malattia moderna come si è sempre sostenuto. Una ricerca dell’Università di Pisa ha evidenziato come i tumori maligni fossero già presenti nel Rinascimento, una percentuale simile alla nostra

Il cancro non è una malattia moderna
Il cancro non è una malattia moderna Foto: Shutterstock

PISA - Sono molte le persone che sostengono che il cancro sia una malattia moderna, ma secondo quanto emerge da una recentissima ricerca apparsa su Lancet Oncology, non è affatto così. Tutt’altro: i segni ritrovati in alcune mummie dimostrano che la percentuale dei soggetti malati di cancro non è poi così tanto diversa di quella stimata ai giorni nostri.

Altro che inquinamento
Cosa causa davvero il cancro nessuno lo sa davvero. Le ipotesi sono moltissime e le teorie fornite dagli scienziati si sprecano, ma la verità è che ci sono ancora molte lacune in merito. Uno studio condotto dal team di ricerca della Divisione di paleopatologia dell'Università di Pisa e coordinato Valentina Giuffra, ha mostrato come le neoplasie maligne non siano affatto un male moderno. Quindi falliscono in maniera fulminea tutte le ipotesi che vogliono che sia l’inquinamento, le farine raffinate, i grani ricchi di glutine ecc a provocare una malattia così devastante.

Mummie rinascimentali affette da cancro
Nel 1400 venivano forse utilizzati i pesticidi che adoperiamo noi? C’erano gli alimenti OGM? I farmaci di oggi o gli alimenti pieni di additivi? Assolutamente no. E allora, verrebbe da chiedersi, quale può essere la vera causa di cancro se a quei tempi questa temibile patologia era diffusa come ai giorni nostri? «Analizzando con moderne tecniche istologiche, immunoistochimiche e molecolari le decine di mummie rinascimentali conservate nella sacrestia annessa alla chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, sono riusciti a identificare tre casi di neoplasia maligna in individui tra i 55 e i 70 anni: un carcinoma basocellulare che ha colpito il volto del duca Ferdinando Orsini di Gravina (circa 1490-1549), un adenocarcinoma avanzato del retto nella mummia del re Ferrante I di Aragona (1424-1494) e un adenocarcinoma del colon in fase iniziale di infiltrazione nella mummia del principe Luigi Carafa di Stigliano (1511-1576)», spiegano gli scienziati pisani.

Una popolazione ristretta
Quello che pare incredibile ai nostri occhi è che gli studiosi hanno esaminato una fascia ristrettissima della popolazione e nonostante ciò hanno trovato diverse formazioni cancerogene nelle mummie. «Sono scoperte estremamente importanti perché non solo rappresentano tre dei cinque tumori maligni dei tessuti molli mai diagnosticati in paleopatologia ma sono stati tutti diagnosticati in una stessa ristretta popolazione, quella della corte aragonese della Napoli rinascimentale a cavallo tra il '400 e il '500», spiega Gino Fornaciari, docente specializzato nello studio delle mummie.

Una percentuale simile ai giorni nostri
Un altro dato estremamente sorprendente è che la percentuale dei casi che sono stati rilevati nelle mummie rinascimentali è quasi identico a quello evidenziato ai giorni nostri. Nelle undici mummie prese in esame – dieci uomini e una donna – tre di loro hanno contratto un tumore maligno. La percentuale di neoplasia è quindi del 27%, numero molto vicino a quello dei giorni nostri che si attesta al 31%. «Possiamo ipotizzare che nel passato il cancro sia stata una malattia relativamente frequente tra gli individui di età superiore ai 55 anni, almeno per le classi elitarie del Rinascimento che vivevano più a lungo e che potevano permettersi abitudini alimentari e stili di vita non distanti dalle nostre», conclude Raffaele Gaeta, coautore dell'articolo.