19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Donna con cancro scambiata per pazza

Benevento, il medico le prescrive una visita psichiatrica: invece aveva un cancro

Una donna sessant’enne si reca all’ospedale di Benevento a causa di forti dolori. Ma i medici la scambiano per pazza. Invece si trattava di un tumore. Scatta la denuncia

Benevento, donna scambiata per pazza, «invece avevo un cancro»
Benevento, donna scambiata per pazza, «invece avevo un cancro» Foto: Shutterstock

Nessun medico è infallibile e di certo, nessuno pretende tanto. Ma è innegabile che sono molti i casi in cui gli specialisti non ascoltano il paziente ed eseguono così una diagnosi molto sommaria e spesso completamente errata. Che, in alcuni casi, potrebbe anche costare la vita di alcune persone. Un esempio è il fatto recentemente accaduto a Benevento a una povera donna di sessant’anni.

La donna urla di dolore ma i medici non le credono
La vicenda inizia tempo fa quando alla donna viene diagnosticata una massa benigna al seno. Tutto pare andare per il verso giusto fino a che non comincia ad accusare dei forti dolori. Si reca quindi all’ospedale Rummo di Benevento. Una volta arrivata al nosocomio la paziente dichiara di avvertire dolori invalidanti. Ma i medici quasi la deridono, pensando che stesse ingigantendo la situazione.

Si tratta di un esaurimento nervoso
Secondo la dichiarazione della donna, i medici – in seguito a una visita sommaria – le rispondono che i sintomi da lei denunciati non era attinenti con il suo quadro clinico. Si trattava sicuramente di un esaurimento nervoso. «Dinanzi alle mie urla di dolore, tra l'altro aggravate dalle manovre praticate nel corso della visita, convinto che si trattasse di una mia esagerazione, il medico ha consigliato i miei familiari di consultare il medico dei pazzi», ha dichiarato la paziente.

La visita psichiatrica
La sessantenne decide quindi di farsi visitare da uno psichiatra ma anche lo specialista non evidenza nessuna problematica psicologica. Consiglia quindi alla donna, per sicurezza, di sottoporsi velocemente a un esame radiologico.

La diagnosi
La povera donna sballottata di qua e di là, al termine della visita radiologica scopre di avere un tumore ormai calcificato. La sessant’enne basita per quanto affermato dai medici decide così di fare una denuncia contro il personale medico dell’ospedale Rummo, che l’avrebbe dichiarata pazza. Ecco il testo integrale – presentato qui sotto in forma anonima.

Io sottoscritta V. B., di anni 60, dopo essere stata vittima, in questi giorni, di un gravissimo episodio di malasanità, al fine che venga fatta giustizia ed altri per il futuro non si trovino a vivere la mia stessa drammatica esperienza, espongo ciò che segue precisando che dell'accaduto è stata presentata denuncia presso la Questura di Benevento a corredo della quale ho allegato tutte le prove a conferma di quanto asserito.

Per questo, voglio sperare che, con sollecitudine, la Magistratura dia avvio ad una indagine che faccia emergere le singole responsabilità di una vicenda che è poco definire allucinante. 

Infatti, a seguito di alcuni disturbi insorti vari mesi or sono, senza risparmiarmi e pagando anche onorari, senza il rilascio di alcuna ricevuta fiscale, a sanitari che operano in strutture pubbliche, sono stata sballottata da più parti sempre con l'assicurazione che non avessi alcunché di serio.

Nomi ed ambulatori sono stati dettagliatamente descritti nella denuncia presentata.

A un tratto, malgrado, ripeto, sempre assicurata, manifestando in primavera dolori lancinanti in regione lombosacrale ho consultato privatamente un ortopedico che mi ha sottoposto a ben otto infiltrazioni, a cadenza settimanale, il martedì per la precisione.

A conclusione dell'iter, a metà luglio, l'ortopedico in oggetto mi ha suggerito di ripetere lo stesso ciclo, sempre a pagamento malgrado lui sia ospedaliero, in autunno, rassicurandomi, poichè continuavo a lamentarmi, che l'effetto della cura si sarebbe visto a distanza.

Ciò non è avvenuto. Anzi, il dolore, giorno dopo giorno, è andato sempre più aumentando al punto che, non sopportandolo, la notte del 22.07.2017, alle ore 02,56, i miei congiunti mi hanno portato presso il Pronto Soccorso dell'A,O. "Rummo».

Qui, mi sono stati praticati antidolorifici in flebo e, poi, dopo la permanenza dell'intera notte su di una barella, la mattina del 23.07.2017, finalmente, è stata richiesta una consulenza ortopedica.

Lo specialista di turno, dopo avermi visitato, senza anche lui di preoccuparsi di sottopormi ad alcuna indagine neanche dopo essere stato edotto del lungo mio peregrinare dei mesi precedenti, mi ha diagnosticato una "lombocruralgia da sospetta ernia discale». A conclusione, quest'ultimo, dinanzi alle mie urla di dolore, tra l'altro aggravate dalle manovre praticate nel corso della visita, convinto che si trattasse di una mia esagerazione, ha consigliato i miei familiari di consultare "un medico dei pazzi».

Così, seguendo il suo suggerimento, il giorno dopo, di buon mattino, alle ore 06,30, abbiamo consultato il Dr. G. D.L.

Questi, nel referto stilato presso il suo studio, ha escluso la presenza di problemi psichici e ci ha invitato a praticare, senza ulteriori indugi, una risonanza magnetica. Tra l'altro, nel suo referto ha scritto "…non turbe psichiche… disturbo non da origine erniaria, ma dubbia? ».

L'indagine praticata è stata senza appello: "Metastasi ossee da carcinoma mammario».

Nulla c'è da aggiungere. Ora sono curata altrove anche se sia stato perso tempo prezioso.

Chiedo giustizia e non mi fermerò sino a quando ciò non avverrà.