18 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Vaccini e scuola

Vaccinazioni obbligatorie, Valeria Fedeli: «Improprio mandare i vigili nelle scuole»

Dopo la retromarcia della Regione Veneto, il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli si dice «Molto soddisfatta" per il Veneto. E per il «Consiglio Stato? Tranquilla», ma trova sia stato «improprio mandare i vigili al'asilo per impedire l'ingresso ai bimbi non vaccinati»

Vaccinazioni obbligatorie
Vaccinazioni obbligatorie Foto: Shutterstock

ROMA - Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli si dice molto soddisfata della retromarcia della Regione Veneto circa la moratoria che prorogava fino al 2019 la presentazione del certificato di vaccinazione per l'ingresso a scuola. Ma, commentando la vicenda di Verona al Corriere del Veneto, dichiara: «E' stato improprio mandare i vigili all'asilo per impedire l'ingresso ai bimbi non vaccinati, come accaduto in un asilo nido di Verona qualche giorno fa. Si poteva affrontare quel momento di confronto con più attenzione ai bambini. Quando abbiamo a che fare con dei bambini, specialmente da 0 a 6 anni, che non sanno nemmeno il perché delle scelte dei genitori, noi non possiamo caricare sulle loro spalle altre responsabilità. Dobbiamo lavorare con gli adulti per fare in modo che le bambine e i bambini possano andare al nido e alla scuola dell'infanzia».

Le vittime sono i bambini
«Penso ai bambini, non agli adulti - prosegue Fedeli - per me arrivare davanti a una porta di un asilo o una materna e trovare i vigili... penso a cosa hanno vissuto i piccoli e non i genitori. Per quello ho detto improprio, non sbagliato. Io l'avrei risolta diversamente. Dopodiché mi ha fatto particolarmente piacere che dopo quell'episodio tre dei quattro bambini siano stati vaccinati».

La retromarcia della Regione Veneto
Sulla retromarcia della Regione Veneto che si è allineata alla legge sui vaccini Fedeli spiega di essere «molto soddisfatta», secondo me è una bella pagina di responsabilità istituzionale. Dimostriamo tutti, indipendentemente dalla giacchetta partitica, che teniamo a un bene profondo: la salute dei ragazzi e delle ragazze, il facilitare le famiglie e il diritto all'istruzione, perché non vanno mai messi in conflitto. Credo che anche i due governatori della Lombardia e del Veneto avessero soltanto in animo di coinvolgere di più, seguire di più, motivare di più. Ovvero puntare all'obiettivo di far vaccinare i bambini, coinvolgereigenitori, convincerli perché il passaggio all'obbligo è particolarmente importante. Maroni e Zaia sono e sono sempre stati per vaccinare». Infine il ministro si dice «tranquilla» sul pronunciamento del Consiglio di Stato: «Quando si fa una legge così impegnativa le verifiche tecniche e giuridiche le fai, perché c'è anche un elemento di salute pubblica».