Sub risale troppo velocemente dopo l’immersione e si ritrova 30 kg in più
Un giovane uomo che da anni fa immersioni, non calcola bene il tempo di risalita e all’uscita dall’acqua si trova ben 30 chili in più. Lo sconvolgente episodio
Altro che diete dimagranti e attività fisica. C’è chi riesce a prendere trenta chilogrammi in meno di un minuto. È l’incredibile episodio che è accaduto a un peruviano di nome Alejandro Ramos Martinez. Il motivo? È risalito a galla troppo velocemente dopo un’immersione.
Un episodio che ha dell’incredibile
Lui si chiama Alejandro Ramos Martinez e di professione fa il pescatore. Ha un corpo estremamente forte e allenato perché ogni giorno si immerge nelle acque dell’Oceano Pacifico allo scopo di catturare dei pesci. Per lui si tratta di un lavoro molto importante perché è l’unico che può offrirgli il giusto sostentamento economico. Il raccolto, infatti, viene subito dopo rivenduto al mercato. Ma alcuni giorni fa qualcosa va storto: la troppa fretta di risalire gli provoca una completa deturpazione del corpo.
Sindrome da decompressione
Il povero Alejandro risale a galla troppo velocemente e, inaspettatamente, si ritrova completamente diverso: a prima vista pare un bodybuilder, ma a una visione più attenta si nota che il corpo non è omogeneo e che i muscoli non sono al posto giusto. In breve tempo, e a seguito di controlli medici, l’uomo scoprirà di essere stato colpito dalla sindrome da decompressione.
Cos’è la sindrome da decompressione
Si tratta di una particolare condizione che si verifica in seguito a una repentina diminuzione della pressione, la quale permette ai gas respiratori di formare delle bolle più o meno grandi all’interno del circolo ematico. La causa è una diminuita eliminazione di azoto. È molto frequente dopo un’esposizione subacquea ma può anche verificarsi in caso di perdita di pressione nella cabina di un velivolo. Tra i vari sintomi che si possono accusare ci sono quelli segnalati da Alejandro come forti dolori in tutto il corpo causati dalla presenza di grosse bolle di azoto. Tuttavia si possono riscontrare anche problemi più seri come danni cerebrali, paralisi e forti vertigini. La sindrome da decompressione oggi è relativamente rara tra i sub perché vengono utilizzati degli appositi computer che determinano la corretta velocità di risalita.
Cosa accadrà ad Alejandro?
Il problema di Alejandro è piuttosto raro e particolare. I medici ritengono che non sia possibile eseguire un intervento chirurgico vista la gravità della situazione. Di conseguenza dovrà stare per parecchio tempo in una camera pressurizzata allo scopo di eliminare giorno per giorno l’azoto presente nel corpo. Ma non sarà affatto semplice. Tuttavia ci sono comunque buone speranze, secondo quanto riportato su Metro UK: Miguel Alarcon, medico dell’ospedale San Juan de Dios nella città di Pisco, afferma che lui e i suoi colleghi sono già riusciti a ridurre il 30 per cento del volume dell’azoto. Il tutto grazie a questa tecnica.
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