20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Il giallo di Trento e la morte di Sofia

Trento, per la bimba morta di malaria aperte due inchieste. Lorenzin: «Forse contratta in ospedale». Rimandato il funerale

La famiglia di Sofia Zago è distrutta dal dolore, e non capisce come possa essere successo. Intanto sono state aperte due inchieste sulla morte per malaria, che resta un caso eccezionale. Lorenzin ipotizza possa essersi infettata in ospedale. Preoccupazione tra i cittadini

Malaria in Italia, cosa accadrà dopo il caso di Trento
Malaria in Italia, cosa accadrà dopo il caso di Trento Foto: Shutterstock

TRENTO – Si infittisce il mistero sulla morte di Sofia Zago, la bimba di 4 anni uccisa da una forma di malaria cerebrale nella notte tra sabato e domenica. La piccola è deceduta agli Spedali Civili di Brescia, dopo che era stata trasferita dall’ospedale Santa Chiara di Trento. Ora la famiglia, oltre a essere distrutta è incredula su quanto è accaduto, perché ancora non si spiega. Nel frattempo è stato rimandato il funerale e sono state aperte due inchieste dalla Procura di Trento e quella di Brescia per cercare di capire, anche perché come ribadito più volte, la famiglia (e la piccola Sofia) non sono mai uscite dall’Italia. Il ministro Beatrice Lorenzin ha ipotizzato che la bambina possa aver contratto questa forma più grave della malattia direttamente in ospedale.

Dolore e incredulità
Dolore, ma anche incredulità per quanto è accaduto alla loro figlia. Così i genitori di Sofia si chiudono nel tentativo di trovare conforto in famiglia, e nell’attesa sia fatta luce sull’accaduto. A chi suona il campanello del citofono di casa, risponde il nonno di Sofia, Rodolfo Ferrero: «Marco e Francesca sono distrutti dal dolore. Non se la sentono di parlare». È lui che da questo momento risponde alle domande, lasciando ai genitori sconvolti quella pace di cui hanno tutto il diritto in questo momento. E di domande già se ne pongono molte loro stessi, perché al momento nessuno è stato in grado di capire cosa sia accaduto alla loro figlia, stroncata da una delle forme più aggressive e gravi di malaria (quella cerebrale) senza che né loro né la figlia siano stati in posti dove si possa contrarre la malattia. Le loro vacanze, infatti, le hanno passate poco prima di ferragosto a Bibione, in Italia. «Non riescono a capire come abbia fatto la bambina ad ammalarsi» spiega a un media locale una vicina di casa.

Nessuno si sente più tranquillo
In questi ultimi anni, insieme all’invasione di zanzare che ha coinvolto ormai tutto il territorio italiano, specie in quelle zone più umide, cresce la preoccupazione per le molte malattie che questi fastidiosi insetti possono portare. Non solo Zika, dunque, ma anche altre infezioni. E anche se la zanzara Anopheles, l’unica che trasmette la malaria, pare che in Italia ancora non ci sia, questo non basta a spazzare le inquietudini dei cittadini, specie quelli di Trento e Piedicastello, che ora sono impensieriti per la salute dei propri figli.

Rimandato il funerale
Tutto fermo, anche il funerale per dare l’ultimo saluto alla piccola Sofia è stato rimandato. Il motivo è il blocco dell’autorità giudiziaria che ha disposto un esame autoptico sul corpo della bimba. Il direttore dell’ospedale ha tuttavia nel frattempo confermato che la piccola Sofia «è morta per danno cerebrale». Ora si dice che il funerale potrebbe svolgersi giovedì o venerdì, ma non si sa ancora nulla di certo. Intanto la Procura di Trento e la Procura di Brescia, le due città coinvolte, hanno aperto due inchieste sulla morte di Sofia Zago.

La malattia contratta in ospedale?
Sulla vicenda ancora oscura è intervenuta anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la quale ha dichiarato che «dalle prime indicazioni», la piccola Sofia potrebbe aver contratto la malaria nell’ospedale Santa Chiara a Trento. Nei giorni in cui la bimba era ricoverata, infatti, pare che fossero «presenti, in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti. Abbiamo mandato immediatamente degli esperti – aggiunge Lorenzin – sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare. Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo».

Una zanzara ‘migrante’?
Se da un lato gli specialisti di malattie infettive ritengono improbabile che la bimba possa essersi infettata venendo in qualche modo in contatto con un altro malato, dato che non si ritiene che la malaria possa essere trasmessa in questo modo, la spiegazione potrebbe trovarsi nella anomala presenza di una zanzara Anopheles che, ricordano, non vive alle nostre latitudini. Però, come per la ‘leggenda’ delle zanzare tigre importate con i pneumatici dei camion provenienti dall’Est, anche la zanzara portatrice della malaria potrebbe essere una ‘migrante’ giunta chissà come proprio a Trieste. Ma questa, è ovvio, è soltanto un’ipotesi e sarebbe il primo caso mai riscontrato. Un evento eccezionale, quanto raro, come confermato da Giovanni Rezza, epidemiologo ed esperto del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo Rezza questo è proprio un «caso ‘criptico’», ossia rarissimo. Difatti la «malattia viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c’è ed è ignota allora la modalità di trasmissione».

Una malattia che in Italia non faceva paura
L’Italia è considerata un Paese indenne dalla malaria. La zanzara che la trasmette infatti qui non c’è, o non ci dovrebbe essere. I casi di malaria che si sono registrati nel tempo erano di persone che l’avevano contratta viaggiando in Paesi dove la malattia è endemica o presente. La malaria, salvo casi eccezionali, è una malattia che si cura spesso da sé o per mezzo di terapie mediche. L’importante è sapere di esserne malati in tempo utile: di solito entro le prime 48-72 ore. Ora però le cose potrebbero cambiare, perché il misterioso caso di Sofia potrebbe diventare il primo di una serie.
Per maggiori informazioni sulla malaria si può vedere questo approfondimento: Malaria, tutto quello che c’è da sapere.

Lorenzin chiede una relazione e invia gli esperti
Il Ministero della Salute fa sapere in una nota che «In relazione alla morte per malaria di una bambina di 4 anni presso l’ospedale Civili di Brescia dov’era stata trasferita dall’ospedale di Santa Chiara di Trento, dov’era già ricoverata, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha chiesto una relazione sull'accaduto all’Assessorato alla salute della Provincia Autonoma di Trento e ha inviato un gruppo di esperti per accertare le modalità del contagio, considerato che la bambina non risulterebbe aver effettuato viaggi all'estero in paesi a rischio. Del gruppo faranno parte anche esperti di malattie infettive e tropicali ed esperti dell’Istituto Zooprofilattico».