26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Altri casi di uova contaminate

Uova al Fipronil, è allarme anche in Italia. L'Unione Consumatori: «E' ora di fare luce»

Uova contaminate con l’insetticida Fipronil ormai sono anche in Italia, e ora scatta l’allarme. I carabinieri sequestrano tre aziende: due a Benevento e Santa Anastasia (Napoli) e una a Ostra Vetere (Ancona). Altri sequestri a Viterbo

ROMA – Lo scandalo delle uova al Fipronil ormai ha coinvolto anche l’Italia, dove è scattato l’allarme. Le uova e i prodotti derivati contaminati si stanno diffondendo a macchia d’olio in molte nazioni. L’Italia si pensava all’inizio ne fosse esclusa, ma ora non si può più fare finta di niente. È di poche ore fa la notizia che altre tre aziende italiane trovate positive ai controlli. Due di queste in Campania e rispettivamente a Benevento e a Santa Anastasia (provincia di Napoli) e una nelle Marche a Ostra Vetere vicino Senigallia (provincia di Ancona). Tuttavia, per ora, le autorità rassicurano che la quantità di Fipronil rilevata è nei limiti di sicurezza, per cui ben al di sotto del limite di tossicità acuta per l’uomo.

Le uova si stanno diffondendo
A dispetto delle prime previsioni, le uova contaminate con l’insetticida tossico si stanno diffondendo anche nel nostro Paese. A dare notizia dell’ultimo ritrovamento è il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone. In particolare si è proceduto al blocco dell’attività, da parte dei carabinieri del Nas e delle autorità sanitarie, di uno stabilimento di Ostra Vetere nelle Marche, dove pare siano state trovate proprio delle uova contaminate dal Fipronil. Oltre a questi, nel Lazio un campione risultato positivo alla contaminazione è stato rinvenuto in un pastificio artigianale.
Le altre due aziende coinvolte si trovano a Benevento e a Santa Anastasia (NA). Tuttavia le autorità sanitarie rassicurano che i campioni risultati positivi contengono dosi di Fipronil ben al di sotto dei limiti ritenuti tossici per l’uomo, e rispettivamente 0,100 e 0,017 mg/kg. Le autorità fanno notare che il limite di presenza del Fipronil è fissato in 0,005 mg/kg, mentre il valore di tossicità acuta è fissato in 0,720 mg/kg. Per quanto riguarda invece il sequestro avvenuto nelle Marche, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo comunica che sebbene la quantità di insetticida rilevata sia anch’essa al di sotto del valore di tossicità acuta, supera di poco quello del limite di presenza: con lo 0,056 mg/kg. La normativa vigente, lo ricordiamo, fissa la tolleranza del Fipronil pari a zero.

Molti sono negativi
Anche se i nuovi casi destano allarme, il Ministero della Salute fa sapere che in Campania dei 37 campionamenti e analisi sui prodotti avicoli, 33 sono risultati non contaminati. Come accennato, due sono stati i casi di non conformità in altrettanti centri di imballaggio.
Il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone, dopo aver assicurato che la situazione è sotto controllo, conferma che «I risultati sono stati già inviati alla regione Campania, al servizio veterinario regionale e alle Asl, ed è stato disposto il sequestro sia dei centri di imballaggio che degli allevamenti annessi e il rintraccio e il ritiro dal mercato di eventuali prodotti contaminati. All’origine del contagio potrebbe esserci un trattamento illecito degli animali o, così come è avvenuto in Olanda, una contaminazione ambientale, dovuta al trattamento di terreno in assenza di animali».

L’Abruzzo per ora si salva
La Regione Abruzzo tranquillizza i consumatori scrivendo in una nota che «in Abruzzo non c’è alcuna emergenza legata alle uova contaminate. I controlli eseguiti dalle Asl regionali su 11 operatori del settore hanno portato alla scoperta di un unico episodio di positività, riscontrato in uno stabilimento di imballaggio del Teramano, che stava lavorando una partita di 25.920 uova provenienti dalle Marche, da un’azienda agricola della provincia di Ancona». Da 10 agosto scorso, data in cui ha preso il via il piano di monitoraggio in Abruzzo, sono stati eseguiti numerosi controlli su partite di uova e prodotti derivati provenienti da stabilimenti di alcuni Paesi europei da parte delle Asl, invitate con una nota del Dipartimento Salute e Welfare. Tra l’11 e il 18 agosto sono poi stati eseguiti i campionamenti per la ricerca del Fipronil nelle matrici indicate dal Ministero.

La vicenda anche in Parlamento
Dopo le prime rassicurazioni e i nuovi casi, ora lo scandalo delle uova al Fipronil rischia di approdare in Parlamento. Difatti i parlamentari Paolo Russo di Forza Italia e Colomba Mongiello del Pd chiedono che «le commissioni Affari Sociali e Agricoltura della Camera convochino in seduta congiunta l’audizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Le notizie sui prodotti contaminati da Uova al Fipronil sequestrati in numerose regioni d’Italia impongono la necessità di conoscerne la natura e soprattutto di avere il quadro dell’esatta portata dell’emergenza e le attività che il ministero ha predisposto per scongiurare pericoli per la salute dei consumatori. Occorrerà – proseguono Russo e Mongiello – mettere mano a un quadro normativo che renda più chiare le etichette dei prodotti che contengono Uova e più evidenti le informazioni sulla loro provenienza. E’ un obbligo nei confronti dei cittadini che hanno diritto di sapere senza equivoci e senza fare troppi sforzi su cosa acquistano e cosa portano a tavola». Per il momento, per ‘difenderci’ possiamo leggere sull’uovo stesso la tracciatura, ossia l’origine del prodotto che, tuttavia, a questo punto non è più così una sicura garanzia di non contaminazione.

E’ cambiato tutto
Dopo il ritrovamento anche in Italia di uova e prodotti derivati contaminati è cambiato tutto. A ribadirlo è anche Paolo Pierucci, dirigente del servizio di Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione Marche a seguito dello stop delle attività dello stabilimento nella regione: «Per noi è cambiato tutto. Fino a ieri si pensava che il Fipronil fosse arrivato in Italia solo con uova di importazione o prodotti lavorati fatti con uova provenienti dall’estero. Per la prima volta abbiamo trovato l’insetticida in un allevamento italiano – sottolinea Pierucci. Ora si dovrà «cambiare passo, ampliare tutti i controlli, lavorando a rete: non solo noi della Regione Marche, ma anche il Ministero della Salute, le altre Regioni, il Nas, tutti i servizi di igiene e prevenzione». Una volta accertato che non vi sono tracce di insetticida nelle uova dello stabilimento posto sotto sequestro, precisa il dirigente, bisognerà «ricostruire il percorso fatto dalle uova verso negozi e centri commerciali, stabilire il grado di distribuzione del ‘prodotto uovo’ e dei suoi derivati per decidere l’eventuale ritiro dal commercio».

Sia fatta luce
«Chiediamo che al più presto sia fatta luce sull’origine della catena di contaminazione che potrebbe anche dipendere dal fatto che esistono biocidi registrati contenenti l’insetticida che possono essere impiegati legalmente come disinfettanti ambientali, quindi anche negli allevamenti - così chiede Agostino Macrì, responsabile dell’Area sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori - La contaminazione delle uova, insomma, potrebbe essere anche dipesa dalla presenza nell’ambiente del disinfettante e non da trattamenti intenzionali delle galline.  E’ importante, però, anche per rassicurare il consumatore, che le cause siano al più presto rese pubbliche, considerato che il problema di residui di Fipronil si sta allargando e potrebbe interessare anche le produzioni nazionali».

Nuovi sequestri
Sono diverse migliaia le uova sequestrate in provincia di Viterbo e Ancona a seguito degli ormai diffusi controlli sulla contaminazione da Fipronil. In seguito a questi sono scattate le denunce per i responsabili dei diversi allevamenti. Ad Ancona il sequestro è scattato per 6mila uova e un allevamento con 12mila galline. A Viterbo, sono state sequestrate 53mila uova destinate a alimentazione umana e 32mila uova destinate all’alimentazione animale. I controlli proseguono a tappeto su tutt ala Penisola e, a questo punto, è davvero il caso di parlare di emergenza.