L’alternativa al caffè per avere più sprint? Fare le scale

STATI UNITI – Spesso si beve caffè per ottenere un effetto stimolante, e non solo per il piacere in sé. Ma può succedere che, in questo modo, si ecceda e si patiscano poi gli effetti collaterali. Se però si vuole ottenere maggiore sprint o ‘eccitazione’ basta fare le scale secondo un nuovo studio: in questo modo si otterrebbero gli stessi effetti della caffeina. Specie se si è assonnati.

Meglio della caffeina
Quello che ha maggiormente stupito i ricercatori dell’Università della Georgia è che fare le scale dava maggiore sprint o effetto stimolante che non la caffeina – nota proprio per questo. Per cui questo semplice esercizio fisico era addirittura meglio del caffè o degli energy drink. Lo hanno dimostrato i test condotti su un gruppo di giovani donne che erano cronicamente private del sonno (con meno di 6,5 ore dormite per notte).

I risultati
Le partecipanti sono state sottoposte a tre diversi tipi di esperimento. In giorni separati hanno consumato delle capsule con 50 milligrammi di caffeina (circa l’importo in una lattina di soda) o un placebo o sono andate a piedi su e giù per le scale per 10 minuti (circa 30 piani in totale) a un’andatura facile. «Abbiamo trovato che sia la caffeina che il placebo non avevano apportato molto cambiamento nel come si sentivano [le partecipanti] – spiega Patrick O’Connor, professore del Dipartimento di Kinesiologia della Georgia University – Ma l’esercizio fisico le ha fatte sentire più energiche e vigorose». L’effetto stimolante è stato immediato, anche se di breve durata.

Fa bene a tutti
Bere troppi caffè o bevande energetiche può essere dannoso, ma fare su e giù in modo adeguato e senza eccessi fa bene. Non solo dona maggiore sprint ma tonifica i muscoli e l’apparato cardiovascolare. Per cui chi fa lavori impiegatizi può sfruttare questo facile strumento, anche quando fuori c’è cattivo tempo, sottolineano i ricercatori. Anche una breve passeggiata su e giù per le scale sembra rendere i lavoratori più motivati ​​e rinfrescati, scrivono infine gli autori sulla rivista Physiology and Behavior.