20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Medicina

Vaccini, in Europa si obbligano solo i cani a farli

Lo «scetticismo vaccinale» dilaga. Ecco i 3 principali fattori che lo scatenano

Vaccini, obbligatori solo per i cani
Vaccini, obbligatori solo per i cani Foto: Shutterstock

ROMA – Sembra paradossale ma l’Unione Europea può imporci di vaccinare il cane ma non i nostri figli. Questo, per esempio, perché le politiche vaccinali umane sono di esclusiva competenza degli Stati membri. E mentre lo ‘scetticismo vaccinale’ dilaga, ecco i 3 principali fattori che lo scatenano.

Il paradosso
«L’Ue può imporci di vaccinare i nostri cani ma non i nostri figli». È con questo assunto, solo in apparenza provocatorio, che prende il via la lezione ‘Strategie possibili per obiettivi comuni europei’ contenuta nel corso FAD del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, in partnership con Consulcesi Club, dal titolo: ‘Vaccinazioni: disuguaglianze nella prevenzione?’. Durante il corso, di cui è responsabile scientifico il dottor Giuseppe Mele, presidente SIMPe (Società Italiana Medici Pediatri) emerge, infatti, che le politiche vaccinali umane sono di esclusiva competenza degli Stati membri e che l’Europa può fare molto poco in questo senso: si ricorda una flebile raccomandazione del Consiglio Ue risalente al 2009 in materia di vaccinazione influenzale, nella quale ci si limita a sollecitare i Paesi a raggiungere almeno il 75% della copertura vaccinale tra la popolazione anziana.

Disuguaglianze
Questa situazione ha comportato l’inevitabile dilagare delle diseguaglianze vaccinali in Europa: basti pensare alla mortalità per cancro del collo dell’utero, più frequente nei Paesi meno sviluppati e meno ricchi, dove la vaccinazione anti-HPV o non è stata implementata, o in qualche modo ha fallito, anche a causa dello scarso supporto dei governi nazionali. Eppure il problema delle diseguaglianze non è solo di carattere economico: è il caso delle vaccinazioni contro il Rotavirus, già formalizzate in Norvegia e in Finlandia, e non nell’altrettanto ricca Svezia. Nel quadro così delineato, uno spettro si aggira per l’Europa: l’esitazione vaccinale, ovvero la progressiva perdita di fiducia nei vaccini. Per questo, il dottor Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene presso l’Università di Pisa e relatore della prima lezione del corso, ha voluto illustrare il modello delle ‘3 C’ che scatenano lo scetticismo in materia, elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms):
1. Confidence, la scarsa ‘confidenza’ nei confronti delle vaccinazioni;
2. Complacency, l’eccessiva ‘compiacenza’ nel fatto che le malattie infettive non esistano più;
3. Convenience, le persone non si vaccinano perché non è ‘conveniente’ farlo.

Un corso per capire
Il corso: ‘Vaccinazioni: disuguaglianze nella prevenzione?’ è articolato in 4 video-lezioni che spaziano dal contesto comunitario, passando per l’HPV, fino alla meningite e al ruolo dei social media. Il corso, on line gratuitamente sul sito www.corsi-ecm-fad.it, prevede inoltre un questionario finale che accerta la comprensione dei contenuti e assegna 4 crediti formativi ECM. ‘Vaccinazioni: disuguaglianze nella prevenzione?’ si aggiunge all’ampio catalogo di oltre 120 corsi FAD offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, di cui fanno parte anche i Film Formazione: una lista di produzioni che hanno già riscosso enorme successo tra i camici bianchi grazie a film selezionati in prestigiosi festival cinematografici.