30 agosto 2025
Aggiornato 17:30
Sanità

In Italia si muore di più per le infezioni ospedaliere che per gli incidenti stradali

Tra il 5% e l’8% dei ricoverati negli ospedali italiani contraggono infezioni. Di questi, ogni anno vi sono tra 4.500 e le 7.000 morti, più che per gli incidenti stradali

Infezioni ospedaliere uccidono di più che gli incidenti stradali
Infezioni ospedaliere uccidono di più che gli incidenti stradali Foto: Shutterstock

ROMA – Gli ospedali uccidono più che gli incidenti stradali. La causa sarebbero le infezioni che colpiscono tra il 5% e l’8% dei ricoverati, e che causano ogni anno fino a 7.000 decessi. Un numero altissimo, che supera perfino quello dei morti per incidenti stradali.

Rischi meno sulle strade
A quanto pare si rischia meno sulle strade che nelle corsie d’ospedale. Questo quanto emerso durante la convention ‘L’innovazione tecnologica contro le infezioni chirurgiche ospedaliere’, in cui è emerso come le infezioni ospedaliere (+ 10% all’anno) siano un flagello che miete sempre più vittime e ha un impatto economico sempre più difficile da gestire – con un costo per caso di circa 10mila euro.

I numeri
I numeri del flagello infezioni ospedaliere non lasciano dubbi sulla necessità di agire tempestivamente in questo senso per porvi un qualche rimedio. Secondo quanto rilevato dal dottor Francesco Saverio Mennini, Research Director Ceis Economic Evaluation and HTA, Università di Roma Tor Vergata, gli incidenti stradali in Italia causano ogni anno circa 3.419 morti, mentre le infezioni ospedaliere colpiscono circa 700mila persone ogni anno e mietono un numero di vittime che va dalle 4.500 alle 7.000 all’anno.

Quali infezioni?
Le principali infezioni che si contraggono in ospedale, e che sono causa dei numerosi decessi, sono in genere quelle respiratorie (la più frequente è la polmonite) e quelle urinarie. Altre sono quelle derivanti dagli interventi chirurgici e alla sepsi. La prevenzione, che tuttavia si fa nelle strutture sanitarie, permette comunque di prevenire circa il 30% dei casi totali di infezione, di cui il 40%-60% di quelle derivanti dalle operazioni chirurgiche. Per cui, senza tutto ciò, i casi sarebbero molti di più.

I consigli per evitare le infezioni
Le infezioni ospedaliere non sono tuttavia un fenomeno soltanto italiano, ma in tutto il mondo sussiste questo problema. Con nazioni più ‘colpite’ e altre meno. A motivo di ciò, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha a suo tempo elaborato 29 raccomandazioni raccolte nelle ‘Global Guidelines for the Prevention of Surgical Site Infection’. Sono in sostanza una serie di comportamenti corretti da tenere prima, durante e dopo un’operazione chirurgica, in modo da prevenire o evitare le infezioni e il possibile diffondersi dei batteri – specie quelli resistenti.
Tra i consigli si scopre per esempio che non va bene rasarsi prima di un intervento chirurgico, ma è invece importante lavarsi.

L’igiene prima di tutto
Un parametro fondamentale è dunque l’igiene. Per esempio, proprio la polmonite è spesso una conseguenza di scarsa igiene, così come l’accanirsi dei batteri resistenti agli antibiotici. «I microrganismi che causano infezioni – spiega il dottor Nicola Petrosillo, dell’IRCCS Spallanzani di Roma – arrivano sia dalla flora batterica già presente nel paziente che da microrganismi provenienti dall’esterno, per esempio con le mani degli operatori come veicolo».

La questione antibiotici
Come ormai si sa, l’uso degli antibiotici dovrebbe essere preso in considerazione soltanto quando strettamente necessario – specie per via della sempre maggiore resistenza da parte di alcuni batteri. In particolare, quando si tratta di interventi chirurgici, il ricorso agli antibiotici deve essere limitato a prima e durante l’operazione, ma non dopo. «È fondamentale abbattere il rischio – sottolinea Gabriele Sganga, professore associato di Chirurgia dell’Università Cattolica – con il lavaggio accurato delle mani, l’adozione di una tecnica operatoria meticolosa, la profilassi antibiotica, il controllo glicemico e la prevenzione dell’ipotermia. Oggi ci sono anche le suture rivestite con antisettico inserite come raccomandazione dall’Oms». Insomma, le possibilità di prevenire molte infezioni e morti in ospedale ci sarebbero, bisogna solo vedere cosa si riesce a fare alla fine.