26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Salute

Rosolia, una donna in gravidanza su tre non sa se è vaccinata. Molti i rischi per il bambino

Contrarre la rosolia in gravidanza è molto pericoloso per il feto. La donna che non sia vaccinata corre un serio rischio, e il bambino può subirne gravi danni e nascere con diversi difetti e malformazioni

Rosolia, se la mamma la contrae il bambino rischia molto
Rosolia, se la mamma la contrae il bambino rischia molto Foto: Shutterstock

ROMA – Può apparire come una qualsiasi e ‘normale’ malattia esantematica, ma la rosolia, se contratta in gravidanza può causare seri e gravi danni al feto. Una donna su tre, secondo l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, non sa e è vaccinata.

Cosa rischia il bambino
Una mamma che durante il periodo di gestazione venga in contatto con il virus della rosolia o sviluppi la malattia mette il nascituro a rischio. Tra i diversi effetti sul feto, che poi si manifestano alla nascita vi sono malformazioni cardiache, cecità, sordità o altri problemi all’udito, ritardo nella crescita e altri problemi ancora. In sostanza, il bambino rischia davvero grosso.

La soluzione c’è
Forse ancora molte mamme sono all’oscuro dei danni che può provocare questa malattia infettiva. E forse anche per questo non sanno che una soluzione per evitare tutto ciò esiste: è il vaccino. La mancanza di informazione a tal riguardo fa scoprire che molte donne in età fertile non sanno se sono state vaccinate e dunque protette dagli attacchi del virus.

Protetta? Non lo so
Secondo un’indagine e il monitoraggio condotti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel periodo 2012-2015, si è trovato che sebbene quattro donne su dieci siano vaccinate contro la rosolia, una su tre non sa se è protetta o meno contro questa malattia. «Emerge con forza la scarsa consapevolezza, fra le donne in età fertile, del problema legato all’infezione in gravidanza – si legge su Epicentro, il portale a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss – La quota di donne suscettibili alla rosolia (perché non vaccinate e con rubeotest negativo) può sembrare relativamente contenuta (quasi il 2%), tuttavia una quota piuttosto alta, più di una donna su tre (37%), non è a conoscenza del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia». Il tasso di vaccinazioni è anche variabile in base all’età. Secondo l’indagine, il numero massimo di donne vaccinate lo si ha nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, con il 57% di vaccinate. Al secondo posto c’è la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, con il 44% e, infine, la fascia d’età tra i 35 e i 49 anni con il 34%.