L'umanità ha ancora le armi spuntate contro le demenze
Ad oggi sono oltre 200 i trial falliti per la realizzazione di nuovi farmaci con miliardi di dollari investiti e il rischio concreto che chi investe nella ricerca decida di concentrarsi su altre patologie.
ROMA (askanews) - L'umanità ha ancora le armi spuntate contro le demenze, vero e proprio flagello di questo secolo. Ad oggi sono oltre 200 i trial falliti per la realizzazione di nuovi farmaci con miliardi di dollari investiti e il rischio concreto che chi investe nella ricerca decida di concentrarsi su altre patologie. Il punto sullo stato dell'arte viene fatto in queste ore a Roma dove si svolge, presso la sede dell'Agenzia Italiana del Farmaco, il secondo incontro regolatorio internazionale sul tema della ricerca e sviluppo di nuove terapie per le demenze. L'evento è promosso dal Dipartimento della Salute del governo britannico nell'ambito del programma «Dementia Integrated Development Initiative». I rappresentanti delle agenzie del farmaco di Regno Unito, Giappone, Canada, Stati Uniti, Danimarca, Germania, Svizzera, Italia e dell'Agenzia Europea dei Medicinali, insieme a esponenti del mondo accademico, sono riuniti per un confronto a porte chiuse per affrontare le criticità legate alla sperimentazione di nuove terapie per le demenze.
Oltre 200 trial falliti
«Ci confrontiamo con un livello di insuccesso molto alto, con oltre 200 trial falliti, tra i più alti di tutta la storia della medicina, a fronte di un impiego di risorse imponente e di una problematica enorme: l'Italia è seconda solo al Giappone per numerosità della popolazione con età superiore a 60 anni e le demenze diventeranno presto un'emergenza sanitaria. Per noi sarà uno tsunami», ha detto Luca Pani, direttore generale di Aifa, a margine dei lavori. «In più - ha aggiunto - dobbiamo tenere conto delle componenti della demenza e predemenza che derivano dai disturbi metabolici: nei prossimi anni i numeri saranno importantissimi. Quello che stiamo affrontando in scala piccolissima per l'epatite C dovrà essere fatto all'anno per molti anni e su scala molto più vasta».
La più comune è la demenza di tipo Alzheimer
Il termine demenze ricomprende un gruppo di patologie e condizioni cliniche caratterizzate da una compromissione della memoria e di altre funzioni cognitive che genera una progressiva riduzione della capacità di svolgere le attività quotidiane. Tra queste la più comune è la demenza di tipo Alzheimer. Le stime dell'Alzheimer International Association indicano che nel 2013 erano più di 44 milioni i pazienti con demenza in tutto il mondo. Un numero destinato a raggiungere oltre i 75 milioni nel 2030 e a superare i 135 milioni nel 2050, con costi globali elevatissimi che ammontano a centinaia di miliardi di dollari.
Serve una coalizione mondiale
La ricerca ha confermato che i processi patologici che conducono negli anni alla morte neuronale cominciano 15-20 anni prima della comparsa dei sintomi clinici e pertanto si apre la possibilità, tuttavia ancora non confermata, di diagnosticare la malattia nelle sue fasi iniziali grazie all'uso di biomarcatori. L'impegno di tutti è verso l'elaborazione di nuovi modelli di sviluppo e trial clinici che permettano di confermare la potenzialità delle nuove terapie di modificare il processo neurodegenerativo, finora ritenuto inarrestabile. «Come Aifa - ha detto Pani - stiamo portando queste problematiche sui tavoli europei, ma anche di Giappone, Stati Uniti. Dobbiamo realizzare una coalizione mondiale, persino una piattaforma europea è troppo piccola. Ci prendiamo importanti responsabilità nel nostro ruolo di Agenzia regolatoria evitando di esporre i pazienti a speranze, costi, rischi».