Artrite reumatoide, in arrivo una cura con immunoterapia
Un nuovo trattamento della artrite reumatoide arriva dai ricercatori australiani. Gli scienziati hanno sviluppato un approccio terapeutico primo al mondo, tipo vaccino, che ha ottenuto un buon successo in uno studio clinico
QUEENSLAND – Dai ricercatori dell’Università del Queensland (Australia) arriva un nuovo possibile trattamento per l’artrite reumatoide. Gli scienziati hanno sviluppato un approccio terapeutico tipo vaccino (o immunoterapia), primo al mondo, per trattare questa malattia debilitante che colpisce milioni persone al mondo.
UNA RISPOSTA REALE – Lo studio clinico, pubblicato su Science Translational Medicine, ha ottenuto un buon successo. Come sottolineato dal prof. Ranjeny Thomas, i risultati dimostrano che il nuovo trattamento è sicuro ed efficace nel sopprimere la risposta immunitaria – che sta alla base della malattia. L’artrite reumatoide, difatti, è una malattia in cui il sistema immunitario attacca i tessuti sani, specialmente nelle articolazioni, causando infiammazione, dolore e deformità.
LA NOVITÀ – Il nuovo trattamento si presenta come una novità nel panorama delle attuali cure. «Le attuali terapie curano solo i sintomi e rallentano la progressione della malattia – ha fatto notare il professor Thomas – Abbiamo progettato un trattamento in stile vaccino o «immunoterapia» specificatamente per gli individui con alto rischio genetico, affetti da artrite reumatoide e con anticorpi specifici dell’artrite reumatoide, chiamati anti-CCP. Questo tipo di artrite reumatoide si chiama «CCP positiva» e rappresenta la maggior parte dei casi».
COME FUNZIONA – «Il nostro sistema immunitario – spiega Thomas – è costituito da cellule specializzate che si muovono attraverso il sangue e i tessuti, prevenendo le malattie e lottando contro l’infezione, distinguendo tra ciò che è il tessuto sano proprio del corpo e ciò che è estraneo. Questo trattamento insegna al sistema immunitario del paziente a ignorare un peptide naturale che viene identificato erroneamente come estraneo, con conseguente produzione di anticorpi CCP e lo sviluppo dell’infiammazione. L’immunoterapia personalizzata stata preparata per ogni paziente prelevando un campione di sangue ed estraendo un particolare tipo di cellule immunitarie chiamate cellule dendritiche. Le cellule dendritiche del paziente sono stati poi messe a confronto con il peptide estraneo e un modulatore del sistema immunitario. Le cellule dendritiche trattate sono state poi iniettate nel paziente».
I RISULTATI – I ricercatori hanno riportato come una singola iniezione di cellule dendritiche modificate del sistema immunitario del paziente sia stata trovata essere sicura e contribuire a sopprimere la risposta immunitaria nell’artrite reumatoide. «Questo, a sua volta, è stato associato con una riduzione dell’infiammazione – conclude Thomas – In questa fase, la tecnica non è ancora l’ideale per il trattamento o la prevenzione diffusa dell’artrite reumatoide perché è costosa e richiede tempo. Tuttavia, i risultati promettenti di questo studio pongono le basi per lo sviluppo di una più conveniente e clinicamente pratica tecnologia che potrebbe fornire risultati simili per i pazienti».
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