19 marzo 2024
Aggiornato 08:00
La crisi del Covid

Beppe Grillo: «Sul Green Pass serve pacificazione. Lo Stato paghi i tamponi ai lavoratori». Il no del ministro Orlando

L'analisi del garante del M5S sul suo blog: 41 milioni di italiani hanno completato il ciclo, «uno dei migliori dati in Europa, che dovrebbe suggerire che il popolo No Vax in Italia è molto contenuto»

Il garante del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo
Il garante del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo Foto: Angelo Carconi ANSA

«Ho sempre avuto una passione per i numeri e così, da buon ragioniere, in questi ultimi giorni ho preso carta e penna e ho buttato giù alcuni appunti che voglio condividere con voi». Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo in un post intitolato «Su green pass serve pacificazione», suggerendo che «lo Stato paghi i tamponi per entrare in azienda».

Ad oggi, spiega, «sono circa 41 milioni gli italiani con vaccinazione completa, che corrisponde all'80% della popolazione over 12. Uno dei migliori dati in Europa, che dovrebbe suggerire quindi che il popolo no vax in Italia è molto contenuto. Sui 19 milioni mancanti circa 6 hanno meno di 12 anni, e altri 6 circa hanno tra 12 e 19 anni, e quindi sono in prevalenza studenti delle scuole superiori e non lavoratori. Si stima poi che ci siano circa 2,5 milioni di over 60enni senza vaccino, prevalentemente concentrati sui 60-69 anni. Tra questi oltre la metà sono pensionati e meno di 1 milione i lavoratori. Quindi dovremmo avere 19-12-1= 6 milioni circa in età attiva. Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i 2/3, quindi 2,5-3 milioni».

Quindi, aggiunge, «i lavoratori senza vaccino potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13%-15% circa. Se lo stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda, per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021. Questi lavoratori potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui green pass, e INPS che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano. L'incrocio tra questi due dataset, con autorizzazione del garante, permetterebbe ad INPS di segnalare nel cassetto aziendale, i lavoratori senza Green pass a cui fare il tampone, e si dovrebbe prevedere nel cassetto aziendale un riconoscimento di un bonus sotto forma di sgravio contributivo, in modo che il costo del tampone sia solo anticipato dall'azienda ma pagato a conguaglio da Inps, come succede in genere per la cassa integrazione ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali».

Questo meccanismo, continua Grillo, «che non invaderebbe la privacy se non nei limiti strettamente necessari, con verifica di impatto, e dati trattati nel rispetto del GPDR, e comunque senza conseguenze alcuna per i lavoratori, se non ai fini di pagare il costo del tampone, avrebbe il doppio vantaggio: uno, di essere veloce, evitare file e controlli ai tornelli aziendali, durante i quali certamente ai lavoratori vedrebbero in quel caso violati i loro spazi di libertà, e due, di essere gratuito per i lavoratori, e di individuare il costo e coprirlo con un bonus apposito, pagato dallo stato». Insomma, conclude, «il dibattito è aperto».

Orlando a Grillo: «No a tamponi gratuiti per lavoratori»

«Mi sembra ragionevole pensare a tutte le forme possibili di calmierazione, ma far diventare il tampone gratuito significa dire sostanzialmente che chi si è vaccinato ha sbagliato». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, commentando, a margine della firma del protocollo di intesa con la Camera nazionale della Moda, le parole di Beppe Grillo che ha chiesto sul green pass una sorta di pacificazione, rendendo gratuito il tampone per i lavoratori non vaccinati fino a fine anno.

«Io penso che invece - ha proseguito Orlando - noi dobbiamo dire che chi va a lavorare, e ancora non è convinto, può avere in qualche modo un trattamento parzialmente diverso da chi non deve andare a lavorare, e in questo magari si può anche pensare a ulteriori forme di calmierazione, ma l'idea di un tampone completamente gratuito significa in qualche modo smentire l'orientamento che fino a qui è stato seguito e che vede nel green pass uno strumento di tutela dei luoghi di lavoro ma anche uno strumento di incentivazione alla vaccinazione».