19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
L'intervista

Costanzo: «Super green pass, ennesima strozzatura delle libertà e dei diritti»

Jessica Costanzo, deputata del gruppo L’alternativa c’è, spiega al DiariodelWeb.it la contrarietà nei confronti delle ultime misure restrittive decise dal governo Draghi

Green pass
Green pass Foto: Matteo Bazzi ANSA

Le misure anti-Covid si fanno sempre più severe: il governo Draghi ha infatti approvato all'unanimità il cosiddetto Super green pass. Dal 6 dicembre i non vaccinati non potranno più entrare nei bar, nei ristoranti, nelle palestre, negli impianti sportivi, nei teatri, nei cinema, nelle discoteche e alle cerimonie pubbliche. Ulteriori restrizioni, dunque, che hanno sollevato più di qualche protesta dai banchi dell’opposizione. Al DiariodelWeb.it lo racconta l’onorevole Jessica Costanzo, deputata del gruppo L’alternativa c’è.

Onorevole Jessica Costanzo, che cosa pensa del Super green pass deciso ieri dal governo?
È l’ennesima strozzatura delle libertà e dei diritti delle persone. Che però non risponde, in termini di urgenza e necessità, all’emergenza epidemiologica che dovremmo avere. Oggi vediamo che le misure poste in campo dagli esperti non sono riuscite ad evitare le nuove varianti. Ci ritroviamo a ripartire da zero, siamo nel delirio più totale e il governo brancola nel buio. Questo lo sappiamo bene: si tratta ormai del quinto decreto sul Green pass, non è più una novità.

Il quarto era appena stato convertito in legge in parlamento.
Ed era quello che sanciva l’obbligo del Green pass sui posti di lavoro, quindi il primo che restringeva veramente la normale vita sociale dei cittadini. Dopo meno di una settimana ci troviamo questo Super green pass: ormai sta diventando un romanzo. Naturalmente, sempre senza riuscire ad ottenere alcuna risposta.

C’è stato spazio per il dibattito in aula?
Guardi, già dagli ordini del giorno presentati si poteva evincere che qualcuno, anche all’interno della maggioranza, non fosse d’accordo. Ma, per ordini di scuderia, hanno proseguito secondo i diktat del governo, così i numeri della conversione sono stati schiaccianti. Noi de L’alternativa c’è eravamo una dozzina e l’unica cosa che siamo riusciti a fare è stata portare la seduta fino a mezzanotte. Abbiamo ritardato l’approvazione di qualche ora, cercando di scuotere le coscienze e di far rinsavire i singoli parlamentari, affinché votassero secondo coscienza. Purtroppo non ci siamo riusciti.

Ancor più degli esecutivi precedenti, quello presieduto da Mario Draghi sembra andare dritto per la sua strada senza alcuna disponibilità all’ascolto.
Esattamente. Il governo Draghi ha usato la fiamma ossidrica contro il dissenso, ha annientato chiunque osasse porre il minimo dubbio.

L’unica strada che viene presa in considerazione è quella delle misure restrittive.
Ormai da quasi due anni si chiedono sacrifici all’Italia, che in un certo periodo erano doverosi. Il paradosso è che proprio alla Camera si è eliminata la precauzione del distanziamento. Nel giro di una settimana abbiamo un focolaio di positivi, che non sappiamo neanche chi siano, quindi non possiamo neanche ripercorrere la rete dei contatti. Se questa è la gestione scientifica dei migliori…

Dagli elettori scettici nei confronti di questa linea, che trovano ben poca rappresentanza in parlamento, che riscontri vi arrivano?
Continue richieste di aiuto. Sia in termini di pensiero, perché esiste un movimento ideologico che chiede solo che l’altro, il diverso sia rispettato. Ma anche in termini pragmatici: immagini quante persone erano sospese dal lavoro finora, solo perché non si sono piegate a quest’obbligo mascherato. E quante lo saranno adesso con questo Super Green pass, senza avere più le risorse per arrivare a fine mese. Né tantomeno per potersi difendere, nella rete di ricorsi che sono già partiti: i professionisti possono lavorare pro bono fino ad un certo punto, ma se vogliamo raggiungere degli obiettivi è giusto che le competenze siano riconosciute e retribuite.

Intravede un rischio sotto il profilo della democrazia?
Siamo in una vera emergenza democratica. Svolgere la funzione di parlamentare in questo momento è come giocare una partita a carte in cui vince sempre il banco. Dall’opposizione si hanno meno opportunità di incidere, ma anche i colleghi di maggioranza sono altrettanto impotenti. Non c’è un confronto genuino sui temi: in un modo o nell’altro l’esito è già imposto fin dall’inizio.

Eppure è in arrivo un appuntamento in cui voi parlamentari tornerete a contare: l’elezione per il Quirinale. Il vostro gruppo potrà giocare un ruolo?
Stiamo già facendo dei ragionamenti, perché per noi è fondamentale individuare quelle figure di garanzia che da tempo stanno venendo meno. I nostri voti, per quanto siano solo una ventina, possono contare nelle attuali condizioni. Ma sarà difficile per la maggioranza trovare un compromesso con noi, perché a differenza loro non abbiamo nulla da perdere.