26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
L'intervista

Nicolosi: «Il green pass favorisce i delinquenti a discapito di noi Carabinieri»

Antonio Nicolosi, segretario generale dell'Unarma, il sindacato dei Carabinieri, spiega al DiariodelWeb.it la contrarietà della sua associazione al certificato vaccinale

Nicolosi: «Il green pass favorisce i delinquenti a discapito di noi Carabinieri»
Nicolosi: «Il green pass favorisce i delinquenti a discapito di noi Carabinieri» Foto: ANSA

Anche i Carabinieri dicono «no» al green pass. Ha fatto molto rumore la posizione contraria alla famigerata certificazione vaccinale assunta dall'Unarma, il sindacato della Benemerita. Il DiariodelWeb.it ne ha parlato con il segretario generale Antonio Nicolosi.

Segretario Antonio Nicolosi, da dove nasce la vostra contrarietà al green pass?
Dal fatto che a nostro avviso, si tratta di un provvedimento fortemente anticostituzionale, perché viola almeno dieci articoli della Costituzione, sulla quale noi Carabinieri abbiamo giurato e che conosciamo. A nostro avviso ma non solo: in tal senso si sono espressi anche degli esponenti di Magistratura democratica. Ovvero dei magistrati, e chi meglio di loro conosce la legge?

Avete addirittura affermato che il green pass favorisce i delinquenti a discapito dell'Arma. Perché?
Perché il delinquente è l'unico lavoratore che non ha bisogno della certificazione. L'ultimo decreto afferma che chi non è munito di green pass risulta assente ingiustificato, dunque senza stipendio. Di conseguenza anche molti Carabinieri, non vaccinati, non possono andare a lavorare, lasciando scoperta la sicurezza in molti luoghi in cui ce n'è bisogno. Soprattutto nei piccoli centri, in cui ci sono gli anziani che hanno una maggiore necessità. Senza i Carabinieri che controllano, è normale che si favorisca la delinquenza.

Quindi anche voi Carabinieri vi sentite discriminati da questa legge?
La vaccinazione non è obbligatoria, quindi ogni singolo Carabiniere, come tutti i cittadini, può rifiutarsi. Ma fino al 15 ottobre poteva comunque andare a lavorare. Noi ci chiediamo: ma l'11, il 12, il 13, che cosa c'era di diverso. Perché il Carabiniere, così come gli altri i lavoratori, allora poteva operare e oggi no? Che cosa è cambiato da un giorno all'altro?

Ma almeno, dal vostro punto di vista, questo strumento sta funzionando?
Se la ratio era quella di fare in modo che tutti si vaccinassero, secondo noi è fallimentare. Ha prodotto ben pochi benefici. I dati ci rivelano che aumentano i tamponi e diminuiscono le prime dosi di vaccinazioni: questo significa che il provvedimento non ha maturato il suo obiettivo dichiarato. Quindi bisogna trovare un'altra strategia, stavolta costituzionale.

Finora tutti coloro che hanno espresso dubbi sono stati bollati come dei no vax, dei facinorosi o dei mezzi criminali. Ora è difficile opporre la stessa obiezione quando ad affermare queste parole sono le forze dell'ordine.
Noi abbiamo sempre fatto campagna a favore delle vaccinazioni. Il 99% dei sindacalisti Unarma è vaccinato con doppia dose e non ci sottrarremo neanche alla terza. Il problema sta nell'anticostituzionalità di questa norma. Talmente evidente che il governo non ha nemmeno chiesto alla Corte costituzionale di esprimersi in merito: questo la dice lunga. Se abbiamo torto, i giudici ci dessero un segno tangibile: saremmo ben felici di sbagliarci.

Quindi la vostra richiesta è che sia la Consulta ad esprimersi, in un senso o nell'altro.
Certo: a dirimere questa situazione dev'essere la Corte costituzionale. L'unica che ha diritto ad esprimersi sulla costituzionalità delle norme. Ma visto che in non può adirvi il cittadino, ma solo le Regioni, il governo o le altre magistrature, ci aspettiamo che qualcuno lo chieda.

Queste stesse rimostranze le avete scritte anche al ministro della Difesa. Avete ricevuto risposte?
No, tutte le amministrazioni fanno muro di gomma. E non capiamo perché. Forse siamo cittadini di serie B e non abbiamo titolo di chiedere? Ci viene il dubbio. Forse perché non hanno nemmeno loro le risposte e seguono decisioni che non dipendono da loro? Forse perché siamo Carabinieri, per cui deve valere il motto: «Uso a obbedir tacendo e tacendo morir». Beh, noi non ci stiamo.

Di fronte a questo muro di gomma come intendete muovervi?
Cerchiamo di sollevare le coscienze, soprattutto dei cittadini, che a noi Carabinieri sono più cari. Noi tuteliamo le persone che hanno bisogno, che sono in difficoltà, che non comprendono e che non si rendono conto, non seguiamo la corrente del pensiero unico.

Nel frattempo la cronaca ci racconta dell'ennesimo maxi rave a Stupinigi, vicino a Torino.
Il paradosso è che al popolo italiano si chiede il green pass per andare a lavorare, al cinema, a teatro, nelle discoteche, anche a prendere un caffè al tavolino, e poi si permette a migliaia di persone di fare un assembramento, senza nemmeno mascherine o distanze di sicurezza. Direi che il fallimento nell'azione di prevenzione di questi reati è stato mostruoso. Queste persone non sarebbero nemmeno entrare, si sarebbe dovuto dissuaderle o fermarle prima. Invece hanno fatto ciò che hanno voluto, disinteressandosi delle forze dell'ordine che erano lì, fino all'ultimo momento. Siamo un Paese forte con i deboli e debole con i forti. Non possiamo accettarlo, né come cittadini né come Carabinieri.