19 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Consiglio europeo

Mario Draghi prevede una ripresa sostenuta, ma avverte: «Rischio varianti»

Il Presidente del Consiglio: «L'autunno sarà il banco di prova per il governo, per tutti noi. La fiducia sta crescendo, occorre continuare a far sì che cresca»

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«La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento» ma «permangono alcuni rischi», a partire dalla situazione epidemiologica che «sebbene in forte miglioramento» deve essere «monitorata con attenzione», in particolare per la diffusione della variante Delta. Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato questa mattina alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, tracciando un quadro di prudente ottimismo.

«Siamo in un periodo in cui di nuovo tutto appare roseo, non illudiamoci, aspettiamoci qualcosa, abbiamo la lezione dell'anno scorso», ha detto, a proposito dell'epidemia, rilanciando l'appello alla vaccinazione, in particolare per quegli ultra 50enni che ancora non hanno aderito alla campagna.

Sulla pandemia, ma anche sull'economia, «l'autunno sarà il banco di prova per il governo, per tutti noi. La fiducia sta crescendo, occorre continuare a far sì che cresca. Questo dipende dalle politiche economiche appropriate e occorre tenersi prontissimi nell'affrontare eventuali emergenze sanitarie». In particolare uno dei rischi che il presidente del Consiglio vede è per la coesione sociale, perchè «le fasi di ripresa dalle crisi recenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne». Per evitarlo il governo dovrà «mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci, per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego».

Un lungo passaggio del discorso Draghi lo ha dedicato alla questione dei migranti, che è stata messa all'ordine del giorno del Consiglio dietro richiesta dell'Italia (e lo ha rivendicato). «Il Governo vuole gestire l'immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea», ha sottolineato anticipando la richiesta che sarà fatta a Bruxelles. Certo la partita non è facile, perchè se tra i Paesi dell'Unione esiste «un'ampia convergenza» sull'esigenza di superare il Regolamento di Dublino, la «solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo» rimane «divisiva» per gli Stati membri. Anche sui rimpatri, partita «fondamentale», serve «una visione condivisa» a livello europeo. Non c'è però solo la questione dei confini, per il premier. Anche i migranti regolari vanno integrati, perchè altrimenti «produciamo dei potenziali nemici».

Tra i temi affrontati anche la questione del Pnrr, che ieri ha ufficialmente avuto il via libera della Commissione Ue. Questo però, ha ammonito Draghi, è «soltanto il primo passo. Nei prossimi mesi ci aspetta un cammino impegnativo, per avviare i progetti di investimento previsti e per portare avanti l'agenda di riforme. Gli occhi dell'Europa sono sull'Italia». Dunque, come aveva detto anche ieri nell'incontro a Cinecittà con Ursula von der Leyen, bisogna subito accelerare sulle riforme. «Entro fine giugno ci sarà la presentazione delle leggi delega per la riforma degli appalti e delle concessioni, a luglio la legge sulla concorrenza», inoltre «durante il mese di luglio il Ministro Giovannini porterà alla conferenza Stato-Regioni le prime proposte per la distribuzione dei fondi del Recovery e del fondo complementare per trasporti e infrastrutture».

«Siamo tutti consapevoli - è stata la conclusione - che la fiducia che c'è ora non è gratis, occorre meritarsela e continuare a meritarsela».

(con fonte Askanews)