27 marzo 2025
Aggiornato 23:30
Messaggio di fine anno

«Vantaggi di parte non sprechino soldi Recovery»

Il presidente della Repubblica avverte sui rischi di una crisi di governo: «In questa fase al Paese servono costruttori». Nessuno sconto sul Recovery Plan: «È un’occasione storica»

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Un richiamo a tutto tondo quello che arriva da Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno. Alla politica, sollecitata ad esprimere unità civile e morale e a mettere a lato i vantaggi di parte per accedere invece senza perdere tempo (un riferimento alle parole in tal senso pronunciate nei giorni scorsi da Mario Draghi?) ai fondi previsti dal Recovery plan. Ai cittadini, elogiati per il loro comportamento, perché considerino fare il vaccino contro il Coronavirus un passo doveroso verso il prossimo e più in generale verso il Paese. Un vaccino al quale lui si sottoporrà quando sarà il suo turno, rispettando le prorità disposte dalle autorità sanitarie. Infine la sottolineatura che questo sarà il suo ultimo anno, a naturale conclusione del mandato, da presidente della Repubblica (una risposta a chi in questi mesi continua, sia direttamente che indirettamente fra le righe di ragionamenti, a chiedere la sua disponibilità ad essere rieletto per un secondo turno al Colle?).

Un discorso di fine anno atteso, che non ha mancato di suscitare interesse. Innanzi tutto per la location e per le modalità di ripresa dell'intervento: presidente al piano terra del palazzo, con alle spalle il cortile d'onore e la porta da cui entrano gli ospiti di stato; e in piedi, non seduto alla scrivania del suo studio. Una postura, un atteggiamento (e una durata del discorso più breve del solito, circa 14 minuti) quasi a voler segnalare l'informalità del gesto e la trasmissione agli italiani della reale preoccupazione per il difficile momento che il Paese sta attraversando.

Il presidente comincia parlando di «angoscia e speranza» per il virus che mette a rischio la nostra esistenza, il nostro modo di vivere invitando però poi a «riappropriarci della nostra vita». Riferimenti alla pandemia di fatto in tutto il suo saluto, con un virus che «ha colpito duramente» e per questo «non dobbiamo chiudere gli occhi davanti al realtà». Soprattutto lasciando intendere, e invitando ad una riflessione, che purtroppo non tutti sono uguali davanti la pandemia e c'è bisogno sempre di aiuti e sostegno. Ma il Paese, sottolinea, ha l'energia necessaria per ripartire, per ricostruire e ha dato, in questo quadro, un forte senso di comunità. Un atteggiamento che deve concretizzarsi, rileva Mattarella, nel non avere remore a vaccinarsi perché farlo, sostiene con forza, «è un dovere». E su questo fronte l'Unione europea è stata capace di «una balzo in avanti». Sempre sul vaccino Mattarella, prendendo spunto evidentemente ad alcune polemiche di questi giorni legate anche alla vaccinazione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ha chiarito che sì «di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi». Aggiungendo però che «io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza».

Mattarella, riferendosi sempre al virus e ai vaccini, parla di necessità di avere «senso del dovere, serietà, collaborazione» e di avere, in questo momento, «la capacità di mettersi in gioco, dove ognuno faccia la sua parte». Il riferimento continua ovviamente ad essere all'intero Paese, dai cittadini alle istituzioni, sollecitando ad evitare quegli egoismi tra le parti che (dall'Ue a casa nostra) impediscono la solidarietà necessaria. L'Italia comunque, ha assicurato, «non è in balia degli eventi e il 2021 sarà l'anno della sconfitta del virus e della ripresa».

Mattarella richiama ad una «unità civile e morale» per esprimere «una convergenza di fondo» che possa far superare all'Italia le difficoltà. Sono parole che vanno a tutti e quindi anche alla politica, impegnata in queste settimane nel dibattito sul Recovery plan. Deve essere fatto bene e senza sprechi, non cercando vantaggi politici, sottolinea. In una questione così delicata non devono esserci vantaggi di parte. Anzi, esorta il capo dello Stato, cambiamo ciò che va cambiato, quello che non funziona. Insomma l'invito che arriva dal Colle alla nostra classe politica è quello di lavorare per i vaccini, di lavorare per la realizzazione del Recovery plan senza fare giochetti. Anche perché, è l'auspicio sottinteso di Mattarella, bisogna non perdere tempo, fare sprechi o disperdere risorse.

L'ex presidente della Bce Mario Draghi nelle scorse settimane aveva chiarito come questa del Recovery fund fosse una opportunità unica per investire, imperdibile perché un eccezionale motore di ripresa per il Paese. Mattarella non ha fatto alcun riferimento diretto a Draghi ovviamente ma si trova sulla stessa linea dell'ex governatore della Banca d'Italia, invitando a vigilare sulle risorse a disposizione. Il capo dello Stato, questo capo dello Stato non è certo un interventista e indica quindi criteri generali da seguire sul tema. Ma è un fatto che da lui arrivino comunque delle parole, generiche quanto si voglia, sull'adozione del Recovery plan, un tema di dibattito e di scontro tra le forze politiche.

E parlando evidentemente alle forze politiche il capo dello Stato, chiudendo il suo intervento chiarisce che «quello che inizia sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese».

(con fonte Askanews)