Scoppia il caso Sala in Emilia Romagna: «Borgonzoni? Lasciamola a Roma con sue sciocche t-shirt»
Il sindaco di Milano decide di essere a fianco del candidato Dem Stefano Bonaccini, e le sue parole scatenano un putiferio con la Lega e il suo leader Matteo Salvini che lo accusa di battute sessiste

ROMA - A meno di un mese dalle elezioni regionali e con Matteo Salvini impegnato da settimane nella campagna elettorale a sostegno della candidata del Carroccio Lucia Borgonzoni scoppia il caso Sala in Emilia Romagna. Il sindaco di Milano decide di essere presente a Imola, a fianco del governatore uscente e candidato Dem alla Regione Stefano Bonaccini, e le sue parole scatenano un putiferio con la Lega e il suo leader Matteo Salvini che lo accusa di battute sessiste.
A denunciarle, in un post su Facebook, è la stessa Borgonzoni, che scrive: «Dopo Cazzola, oggi a sostegno del compagno di partito Bonaccini arriva il sindaco di Milano: 'La Borgonzoni? Non sa nemmeno da che parte è girata'». «Stefano è palesemente più bravo della sua competitor, lasciamola con le sue sciocche t-shirt a Roma - ha detto Beppe Sala durante l'incontro a sostegno di Bonaccini -, è vergognoso pensare che la destra sia rappresentata da una persona nota per essere andata in Parlamento con una maglietta del genere». Il riferimento è alla t-shirt con la scritta «Parliamo di Bibbiano» con cui la Borgonzoni si presentò in aula a Palazzo Madama a settembre, il giorno del voto di fiducia al governo Conte due.
Borgonzoni: «Ho le spalle larghe»
La senatrice della Lega commenta così le parole di Sala: «Fosse stato detto di una donna di sinistra, l'avrebbero già dichiarata martire! Io comunque ho le spalle larghe: agli insulti del Pd rispondo con il sorriso, l'impegno e la forza delle idee». Scatta la solidarietà dei leghisti tutti uniti nel coro «il Pd predica bene e razzola male» e la neo governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei osserva: «Il Pd è veramente arrivato all'ultima spiaggia se un suo sindaco, per di più di una città di respiro internazionale come Milano, si è ridotto a giudicare la nostra candidata Borgonzoni dalle magliette che indossa. Chiunque attacchi una donna, in questi termini, sconfinando nell'insulto sessista, ha evidentemente poco a che fare con una sana dialettica politica. Come abbiamo dimostrato in Umbria, anche in Emilia Romagna, i cittadini sapranno ben distinguere tra chi mette al primo posto gli interessi della propria regione e chi si trincera dietro luoghi comuni decisamente superati».
Matteo Salvini, sempre sui social, scrive: «Solidarietà a Lucia! Se questi sono i loro argomenti... abbiamo già vinto!». «Dispiace che il sindaco della mia città, Milano, sia venuto oggi qui per insultare Lucia Borgonzoni - attacca -, la ritengo una mancanza di rispetto per un avversario e per una donna. A sinistra perdono l'educazione quando sono preoccupati di perdere».
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