Inchiesta Open, Matteo Renzi attacca i pm: «Un tempo cercavano il mostro di Firenze, ora il senatore di Scandicci»
Il leader di Italia Viva: «Porteremo nostro sconcerto a tutti i livelli istituzionali. Velina su acquisto mia casa da brividi lungo la schiena. Sporgerò denuncia per sapere chi ha diffuso la notizia»
ROMA - L'indagine sulla fondazione Open è un attacco al principio della separazione dei poteri. Lo dice Matteo Renzi nella sua enews. «Questa indagine attacca i principi di Montesquieu, non (solo) quelli di Beccaria. Aspetteremo le indagini con la libertà di chi conosce la verità. Ma contemporaneamente porteremo a tutti i livelli istituzionali lo sconcerto di chi vede messo in dubbio una colonna del sistema istituzionale con due magistrati che invadono il terreno della politica decidendo che cosa è partito e cosa no. E creando le condizioni perché chiunque possa definire partito, un domani, una Srl o un'associazione. Persino una bocciofila».
«Il capogruppo di Italia Viva al Senato - aggiunge Renzi - ha chiesto di calendarizzare con urgenza una discussione su questo tema perché è in gioco l'autonomia della politica. Non vedo l'ora di intervenire sul punto. Inutile dire che il primo effetto di questa vicenda sarà l'azzeramento di tutti i contributi di aziende a Italia Viva. Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti, questa indagine ha abolito il finanziamento privato a Italia Viva. Peccato, è un bel danno. Ma sono il primo a suggerire alle aziende di stare lontano da me: solo chi ha sprezzo del pericolo può finanziarci come azienda oggi».
Non attacco i Magistrati, difendo autonomia della Politica
Matteo Renzi polemizza con i magistrati che indagano su Open ma non intende attaccare la magistratura in quanto tale. L'ex premier lo ha spiegato in conferenza stampa: «Io non sto attaccando l'autonomia della magistratura, sto difendendo l'autonomia della politica! Se lasciamo ai magistrati il compito di decidere cosa è un partito e cosa no, abbiamo una cosa enorme». Qui, ha concluso, «è in ballo la credibilità delle istituzioni democratiche e la possibilità per un partito di fare politica».
L'inchiesta sulla fondazione Open è una «invasione di campo» della magistratura nel terreno della politica. «Siamo in presenza di un'invasione di campo nel settore della politica. Allarme che lancio alla discussione di costituzionalisti, politici, osservatori».
Velina su acquisto mia casa da brividi lungo la schiena
Matteo Renzi ha sporto denuncia per violazione del segreto bancario, dopo che l'Espresso ha pubblicato la notizia di un prestito chiesto dall'ex premier per acquistare casa. Su Facebook, Renzi afferma: «Ho posto una legittima domanda: i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti? La risposta è stata la casuale diffusione di una velina su una mia vicenda privata. Coincidenze, si capisce».
«Se ci pensate bene - prosegue - scorre un brivido lungo la schiena. Io sono un personaggio pubblico e posso rispondere. Ma vi sembra normale una cosa del genere? Che poteri ha un normale cittadino quando subisce una intrusione nella sua sfera personale così forte?. Intanto - chiarisce - sporgo denuncia penale per sapere chi ha diffuso questa notizia: sono certo che la procura di Firenze sarà tempestiva nell'indagare sui colpevoli».
La vicenda del prestito per l'acquisto della casa
«Quanto alla vicenda di casa mia: non c'entra niente con la fondazione. Ma non ho problemi ad essere trasparente su tutti i fatti miei. Io sono un libro aperto: male non fare, paura non avere». Riassume Renzi: «Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita - in attesa di avere la disponibilità finanziaria - ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno».
Continua il leader di Italia viva: «Un prestito personale, con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile. Prestito restituito in meno di cinque mesi. Ovviamente tutto tracciato con bonifico. Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare. Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica».
Conclude Renzi: «Mi stupisce che davanti a una mia legittima domanda politica la reazione sia far trapelare una notizia che non avrebbe dovuto essere pubblica. Ma io non ho niente da nascondere. E soprattutto non ho paura di niente e di nessuno».
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