Misiani e il programma del nuovo Governo: «Quota 100 muore, reddito di cittadinanza resta»
Il responsabile economia del PD: «Alla scadenza del 2021 Quota 100 non sarà prorogata. In ogni caso accordo su programma condiviso o si vota»
ROMA - Con l'eventuale nascita di un nuovo Governo M5s-Pd il reddito di cittadinanza potrà restare magari con integrazioni e miglioramenti mentre quota 100 invece alla sua prima scadenza del 2021 non verrà prorogata. Se ne è detto convinto il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani, ospite alla kermesse «la Piazza» organizzata dal quotidiano on line Affaritaliani.it
Migliorare il reddito di cittadinanza
«Per indole - ha argomentato Misiani - non butto mai via niente di quello che è stato realizzato da chi c'era prima. Bisogna valutare quello che funziona, mantenerlo e correggere eventuali disfunzioni. Vale per il reddito di cittadinanza, che va migliorato. D'altronde c'era bisogno di uno strumento robusto per contrastare la povertà. Vale per quota 100 che è una misura che noi abbiamo osteggiato, scade nel 2021 e non la proroghiamo».
Flessibilizzare l'età del pensionamento
«Noi - ha sottolineato il senatore dem sul sistema pensionistico - siamo per flessibilizzare l'età del pensionamento ma per mandare in pensione prima chi fa lavori gravosi, chi è in difficoltà, chi è disoccupato e chi ha parenti disabili in casa. C'è uno strumento che si chiama anticipo pensionistico sociale che scade nel 2019 e va reso permanente, magari allargandolo. La strada è quella: mandare in pensione prima chi è in condizioni difficili e chi fa lavori particolarmente gravosi. Quota 100 si è dimostrata inefficace, pochissimi di coloro che fanno lavori gravosi hanno aderito. Vanno in pensione molti dipendenti pubblici, molti maschi. E' uno strumento da più parti criticato».
Accordo su programma condiviso o si vota
«C'è stata questa presa di posizione di Di Maio, ultimativa e con toni che non abbiamo condiviso. Lo abbiamo detto molto chiaramente: l'accordo va costruito partendo da una condivisione dei temi, dei programmi e delle cose da fare negli interessi generali del Paese. Il modo di ragionare non può essere 'queste sono le mie proposte, o si prende o si va a votare'. Per noi - ha ammonito il dirigente dem - il voto è sempre stata una delle opzioni possibili, si fa un governo solo se vale la pena fare un governo di legislatura capace di affrontare i problemi del Paese. Speriamo che il Movimento 5 Stelle e il suo capo politico tornino a dialogare con uno spirito costruttivo e positivo. Credo che ci siano le possibilità di trovare un accordo ad esempio sui temi di politica economica e sociale. Non si fa un governo per rinviare le elezioni, si fa un governo se c'è un accordo sulle cose da fare».
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