Il caso Csm scuote il PD, Lotti si autosospende. Renziani in agitazione: «Vogliono cacciarci...»
Lotti aveva incontrato giorni fa Nicola Zingaretti, un colloquio non proprio risolutivo se si pensa che il leader Pd aveva poi smentito di avere offerto «solidarietà» all'ex ministro.
ROMA - Il caso Csm scuote il Pd, Luca Lotti si autosospende, polemicamente, dopo che l'ex capogruppo al Senato Luigi Zanda lo aveva invitato a «riflettere se restare nel Pd». E i renziani ora sono in fibrillazione. Lotti aveva incontrato giorni fa Nicola Zingaretti, un colloquio non proprio risolutivo se si pensa che il leader Pd aveva poi smentito di avere offerto «solidarietà» all'ex ministro. Molti, però, nel partito chiedevano al segretario una presa di posizione più netta e questa mattina è stato Zanda, sul Corriere della sera, a lanciare l'affondo: «Io non giudico nessuno, ma Luca Lotti ora valuti attentamente se è il caso di lasciare il Pd finché non sarà chiarita la sua posizione».
Renziani in agitazione
Una frase che i renziani hanno vissuto come una vera e propria dichiarazione di guerra. Ma, soprattutto, una mossa che la minoranza ha ritenuto dettata dallo stesso Zingaretti. «Certo che sono d'accordo - diceva oggi uno di loro - lui e Zanda fanno il poliziotto buono e quello cattivo...».
Vogliono de-renzizzare il PD
Zingaretti, nei colloqui di queste ore con i renziani, ha negato di avere avuto alcun ruolo nell'uscita di Zanda. Ma le sue rassicurazioni non hanno convinto affatto i parlamentari vicini all'ex premier: «La verità - dice uno di loro - è che vogliono de-renzizzare il Pd. Ma non glielo permetteremo, il partito non è loro. Non ce ne andiamo, staremo qui e romperemo i c... ogni giorno».
Lotti si autosospende
Lotti, su Facebook, annuncia la decisione di autosospendersi, e si rivolge a Zingaretti con tono ruvido: «Caro segretario, apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del Pd. I fatti sono chiari. Tu li conosci meglio di altri anche perché te ne ho parlato in modo franco nei nostri numerosi incontri. Ma io, caro Segretario, non partecipo al festival dell'ipocrisia».
L'«affondo» su Zanda
Nei confronti di Zanda, poi, le parole diventano proprio pesanti: «Il responsabile legale del partito mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto - a cominciare da una celebre seduta spiritica - in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese».
La replica di Zingaretti
Zingaretti replica con una nota: «Ringrazio Luca Lotti per un gesto non scontato che considero di grande responsabilità nei confronti della politica, delle istituzioni e del Pd. Penso che questa scelta gli consentirà anche di tutelare al meglio la sua posizione in questa vicenda che, come ha detto lo stesso Lotti, deve essere ancora chiarita». Anche Paolo Gentiloni si fa sentire per dire che «apprezza» la decisione di Lotti, una scelta che «merita rispetto».
La tregua post-primarie è definitivamente saltata
Nessun altro si spende per «ringraziare» Lotti, a parte i renziani. Dalla minoranza parte una raffica di dichiarazioni di solidarietà all'ex ministro, ma dal lato maggioranza il silenzio è significativo. Basta sentire il capogruppo al Senato Andrea Marcucci per capire l'umore dei renziani: «Il Pd deve chiarirsi su un principio fondativo, il garantismo non può essere usato a fasi alterne, o a seconda delle aree politiche. Luca Lotti va ringraziato per una decisione di trasparenza che non era affatto dovuta. Sono convinto che tra qualche tempo saranno in molti, anche tra i dirigenti del Pd, che dovranno scusarsi con lui per le parole usate in queste ore». La tregua post-primarie è definitivamente saltata.
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