Aumento Iva, Zingaretti replica a Salvini: «Rischio salasso di 23 miliardi»
Il Segretario del PD: «Senza una forte opposizione e vigilanza democratica può accadere di tutto»

ROMA - «Come abbiamo visto in questi mesi gli impegni presi da Salvini servono solo ad alimentare la sua propaganda, come è accaduto anche sul tavolo per il prezzo del latte dei pastori sardi, che nonostante le promesse di Salvini, non è mai arrivato ad 1 euro al litro. Salvini può raccontare quello che vuole ma la realtà è che l'economia sta andando male, i conti pubblici sono fuori controllo e per gli italiani c'è il rischio concreto che stia per abbattersi un salasso di 23 miliardi di euro di aumento dell'Iva, 538 euro a famiglia». Lo afferma il segretario del Pd Nicola Zingaretti in una nota.
Rischio prelievi forzosi nelle tasche degli italiani
Per Zingaretti «questo c'è scritto nella legge di Bilancio approvata dalla maggioranza gialloverde e questo, molto probabilmente, accadrà in mancanza di soluzioni serie da parte del Governo. In alternativa, arriveranno prelievi forzosi nelle tasche degli italiani e tagli drastici alla spesa sociale, a partire da sanità e pensioni. Questa è la verità - sottolinea - al di là della propaganda di Salvini. Prepariamoci e vigiliamo, dunque, perché dopo nove mesi di governo Salvini-Di Maio l'economia è in recessione, il deficit e il debito si stanno impennando e le peggiori previsioni sull'Italia sono destinate ad avverarsi. Salvini e Di Maio devono dirci cosa vogliono fare e come vogliono cambiare una politica economica che ci sta portando alla deriva. Senza una forte opposizione e vigilanza democratica può accadere di tutto».
Mandelli: Aumento Iva è mannaia su crescita
«L'aumento dell'Iva è una spada di Damocle sulla nostra economia e una mannaia per le tasche dei cittadini: disattivare le clausole di salvaguardia è un imperativo categorico se non si vuole finire di affossare il Paese». Lo dichiara il deputato e capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio, Andrea Mandelli, commentando i dati dell'Ufficio Studi della Confcommercio.
I conti non tornano
«Siamo disponibili a ragionare con il governo su come evitare una stangata per gli italiani e per la la crescita di tutto il sistema, anche se sappiamo che la strada è sempre più stretta. Paghiamo il populismo che ha ispirato le scelte della manovra e l'eccesso di ottimismo dell'esecutivo sull'aumento del Pil: anche da Confocmmercio arrivano stime molto lontane da quell'1% su cui poggia la legge di bilancio. I conti non tornano, e la realtà è destinata a prevalere sulla propaganda», conclude.
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