10 ottobre 2024
Aggiornato 06:00
L'intervista

Liardo: «Fratelli d'Italia, risultato straordinario. Premiata la nostra coerenza»

Enzo Liardo, il candidato più votato di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale a Torino, commenta il risultato delle elezioni ai microfoni del DiariodelWeb.it

Il Presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni
Il Presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni Foto: ANSA

Pur nel contesto di un risultato non troppo esaltante per il centrodestra, almeno nelle grandi città, le elezioni amministrative di domenica e lunedì hanno fatto segnare il boom di Fratelli d'Italia. A Roma e a Trieste si è imposto come primo partito del centrodestra (rispettivamente con il 17,43% e il 15,52%), a Bologna e a Milano ha più che quadruplicato i suoi voti (dal 2,42 al 9,76% nel capoluogo lombardo e addirittura dal 2,40 al 12,63% in quello emiliano). A Torino, poi, si è registrata la crescita più imponente: se alle precedenti comunali si era fermata all'1,47%, stavolta la lista di Giorgia Meloni ha addirittura raggiunto il 10,5%, superando pure la Lega. Il DiariodelWeb.it ha commentato questi risultati con il candidato più votato del suo partito in Consiglio comunale sotto la Mole, Enzo Liardo.

Consigliere Enzo Liardo, come commenta il risultato alle elezioni amministrative?
Per quanto mi riguarda, il risultato è sicuramente positivo, straordinario, è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso posso dire per quanto concerne Fratelli d'Italia, che è stato il secondo partito del centrodestra dopo la lista Damilano e il terzo in assoluto.

Eppure Damilano è in vantaggio rispetto a Lo Russo.
Purtroppo è mancato qualcosa, lo stiamo analizzando. Non è facile capire la ragione per la quale i cittadini, giustamente arrabbiati, si lamentano ma comunque non vanno a votare. Questo non è sicuramente l'atteggiamento che li possa aiutare. Però, ci mancherebbe: l'elettore è sovrano.

Quindi è l'astensionismo ad avervi penalizzati?
In parte sì. Consideriamo che, nelle periferie, è sicuramente maggiore rispetto alle zone in cui il Pd è più forte. Ma, secondo me, non è solo quella la ragione. Come dicevo, stiamo cercando di capire.

C'è ancora margine per poter recuperare al ballottaggio?
I ballottaggi, molte volte, sono imprevedibili, non sono frutto di un calcolo matematico. Credo che il Movimento 5 stelle potrà tenere un atteggiamento diverso rispetto ad altre realtà. Sappiamo che qui a Torino, per cinque anni, ha ricevuto un martellamento continuo da parte del Pd e soprattutto del suo capogruppo Lo Russo. Ma ovviamente il popolo pentastellato, o quello che ne rimane, non è al comando di ciò che dicono i suoi rappresentanti in Consiglio comunale. È tutta un'incognita.

Sottolineava la grande prestazione di Fratelli d'Italia, non solo a Torino ma in tutta Italia. Alcuni osservatori hanno interpretato questa elezione come quella del sorpasso alla Lega.
Spero che si tratti di un sorpasso tra due partiti in corsa, non che uno dei due sia fermo. Non auguro certamente alla Lega una battuta d'arresto più forte di quella che sembra aver avuto ma, anzi, che continui a crescere. Senza la coalizione unita abbiamo visto che non andiamo da nessuna parte. Non vorrei che il dualismo assumesse toni troppo accentuati.

A livello nazionale, però, il centrodestra, almeno nelle grandi città, sembra avere fatto un po' di fatica.
Probabilmente questo è accaduto per via della scelta dei candidati. Non che i nostri non fossero rappresentativi, ma quelli della sinistra, forse, sono arrivati più preparati. Poi, comunque, consideriamo che in alcune città si sarebbe andati al ballottaggio se non fosse stato per l'alleanza con il M5s. Che, fino a due anni fa, sembrava impossibile, ma in politica, come sappiamo, la coerenza non è per tutti. Per noi di Fdi sì, infatti siamo cresciuti.

Quindi lei è d'accordo con Berlusconi, che ha auspicato un diverso metodo di scelta dei candidati?
No, Berlusconi ha sostenuto che andassero scelti candidati moderati. Io non ne faccio una questione di moderatismo o di oltranzismo, se il candidato è giusto per quel contesto. Penso che il centrodestra, purtroppo, in quel momento non si è fatto trovare pronto in quelle realtà cittadine.

Questo non vale per Torino, immagino. Ritiene ancora Damilano il candidato giusto?
Certamente sì. In effetti ha drenato dei voti anche in aree che storicamente sono delle roccaforti del Pd. Non ci è riuscito in maniera notevole, ma qualcosa, anche di minimo, ha portato via.