19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Omeopatia

Ordine dei medici, è guerra all’omeopatia: «Non ha basi scientifiche, è un placebo»

Una scheda informativa pubblicata dall’ordine dei medici ha evidenziata la totale mancanza di prove circa l’efficacia dell’omeopatia

L'omepatia è solo placebo
L'omepatia è solo placebo Foto: kopava | Shutterstock Shutterstock

Ancora una volta i medici puntano il dito contro l’omeopatia, una branca della medicina alternativa che, negli anni, non ha riscontrato nessuna conferma in ambito scientifico. Controllando le varie ricerche condotte dagli scienziati e pubblicate nei database scientifici, infatti, sembra non esserci traccia di una probabile efficacia. È importante sottolineare che alcuni studi che sembrano aver avuto esito positivo, potrebbero contenere bias di pubblicazione o altri errori voluti. Ecco cosa ne pensa la Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri).

Non ha basi scientifiche
La maggior parte dei medici si rifiuta di prescrivere un farmaco omeopatico a causa della mancanza di basi scientifiche. Ricordiamo, per evitare errori, che l’omeopatia non ha nulla a che fare con le tecniche erboristeriche o la fitoterapia. Queste ultime, al contrario, sono state riconosciute da diversi studi scientifici. Non a caso vengono prodotti molti farmaci (o parafarmaci) contenenti principi attivi fitoterapici. Tra i più noti ricordiamo quelli a base di curcumina (principio attivo della curcuma), il famoso ribes nigrum utilizzato sotto forma di estratto idroalcolico in qualità di antinfiammatorio naturale o lo zenzero che, tra le altre cose, ha dimostrato di essere utile contro alcune patologie infiammatorie intestinali.

Effetto placebo?
Secondo quanto riportato in una scheda informativa della Fnomceo, l’omeopatia, «non ha basi scientifiche, ed è un placebo». Inoltre, «diversi studi hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici. Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli ottenuti con sostanze inerti. Sebbene vi siano pubblicazioni di vari studi, allo stato attuale non esistono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica», scrive il dottor Salvo Di Grazia.

Cos’è l’effetto placebo?
Come tutti ben sappiamo, una ricerca scientifica che si rispetti, deve essere composto da un gruppo di persone che prevede l’assunzione di un determinato farmaco e uno di controllo che prevede il consumo del cosiddetto placebo. Quest’ultimo è una sostanza inerte, che non possiede nessun effetto terapeutico (come potrebbe essere dell’acqua). Viene generalmente somministrata al paziente senza che lui lo sappia (può credere si tratti di un farmaco vero e proprio). In genere persone particolarmente sensibili si convincono che il medicinale abbia fatto effetto, nonostante al suo interno non si trovasse niente. «L'effetto placebo è conosciuto da tempo, ha una base neurofisiologica nota e funziona anche su animali e bambini, ma il suo utilizzo in terapia è eticamente discutibile e oggetto di dibattito», spiegano gli esperti.

Chi usa l’omeopatia?
I genere l’omeopatia non potrebbe essere prescritta da naturopati – i quali non hanno nessun titolo per effettuare nessun tipo di prescrizione - ma solo ed esclusivamente da medici omeopatici. «In Italia l'omeopatia può essere praticata solo da medici chirurghi abilitati alla professione. Questa norma non intende attribuire una base scientifica a questa pratica, ma solo garantire da una parte il diritto alla libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e dall'altro un uso integrativo e limitato alla cura di disturbi poco gravi e autolimitanti, evitando il rischio di ritardare una diagnosi più seria o che il paziente stesso sia sottratto a cure di provata efficacia».

Le revisioni scientifiche
Gli studi più accreditati sono le cosiddette revisioni scientifiche, ovvero i lavori che prevedono di revisionare un ampio gruppo di ricerche eseguite dai vari ricercatori nell’arco degli anni. Una delle più note, pubblicate sul British Journal of clinical farmacology, ha concluso che «l'ipotesi che ogni dato rimedio omeopatico porti a effetti clinici che sono significativamente diversi dal placebo o superiore ad altri interventi di controllo per qualsiasi condizione medica, non è supportato da evidenze provenienti da revisioni sistematiche. Fino a quando non saranno disponibili risultati più convincenti, l'omeopatia non può essere considerata una forma di terapia basata sull'evidenza». Dello stesso avviso è un altro studio revisionale condotto alcuni anni dopo dal Centro di Medicina complementare della Peninsula Medical School (Università di Exeter, Exeter, Regno Unito): «I risultati delle revisioni Cochrane attualmente disponibili degli studi sull'omeopatia non mostrano che i medicinali omeopatici hanno effetti oltre il placebo». Mentre altri studi ancora ritengono che possa essere addirittura pericolosa: «l'omeopatia ha il potenziale di danneggiare i pazienti e i consumatori sia in modo diretto che indiretto. I medici dovrebbero essere consapevoli dei suoi rischi e consigliare i loro pazienti di conseguenza».

Fonti scientifiche

[1] Br J Clin Pharmacol. 2002 Dec; 54(6): 577–582. doi:  10.1046/j.1365-2125.2002.01699.x PMCID: PMC1874503 PMID: 12492603 A systematic review of systematic reviews of homeopathy

[2] Med J Aust. 2010 Apr 19;192(8):458-60. Homeopathy: what does the "best" evidence tell us? Ernst E1.

[3] Int J Clin Pract. 2012 Dec;66(12):1178-88. doi: 10.1111/ijcp.12026. Adverse effects of homeopathy: a systematic review of published case reports and case series. Posadzki P1, Alotaibi A, Ernst E.