19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Formula 1 | Gran Premio d'Australia

Hamilton «non ci crede»: ecco il problema (fatale) che ha fregato la sua Mercedes

La Freccia d'argento era la macchina più veloce a Melbourne, ma è stata battuta comunque dalla Ferrari: colpa di un computer programmato male al muretto

La Mercedes di Lewis Hamilton taglia il traguardo del GP d'Australia di Formula 1 al secondo posto, davanti alla Ferrari di Kimi Raikkonen
La Mercedes di Lewis Hamilton taglia il traguardo del GP d'Australia di Formula 1 al secondo posto, davanti alla Ferrari di Kimi Raikkonen Foto: Mercedes

MELBOURNE«Davvero, ancora non riesco a capire cosa sia successo. Ho fatto tutto quello che pensavo dovessi fare». È incredulo, Lewis Hamilton, come un pugile suonato che non ha nemmeno visto arrivare il cazzotto che lo ha appena colpito. E in effetti è stato proprio «un pugno in piena faccia», come ammette anche il team principal Toto Wolff, quello che ha ricevuto la Mercedes da parte della rivale Ferrari nel Gran Premio inaugurale del Mondiale 2018 di Formula 1, in Australia. Era proprio convinto di vincere, anzi, di dominare, il campione del mondo in carica, tanto da permettersi di sbruffoneggiare ieri in conferenza stampa: «Volevo tirarti via il sorrisino dalla faccia», aveva sbeffeggiato il suo avversario Sebastian Vettel. Il ferrarista, dal canto suo, si era limitato a ricordargli che «ride bene chi ride ultimo»: poi la risposta vera l'ha risparmiata per la pista. E la sua profezia si è rivelata corretta: azzeccando il perfetto tempismo per il suo pit stop, il tedesco è riuscito a scavalcare l'anglo-caraibico a metà gara, rispondendo poi colpo su colpo ai suoi disperati attacchi per riprendersi il comando della corsa nel finale. «La safety car è scesa in pista e io ero lanciato sul rettilineo – racconta Hamilton – Improvvisamente, proprio all'ultimo secondo, mi hanno avvisato che la Ferrari stava uscendo dai box, ma io non sapevo nemmeno che ci fosse entrata. Da quel momento fino alla fine ho provato solo incredulità. Volevo cercare di recuperare, ma se avessi esagerato a prendermi rischi avrei potuto perdere tutti i punti, quindi penso di aver preso la decisione giusta. Il campionato è ancora lungo e non sarà deciso da una sola gara, quindi mi concentro su questo. Ma non ho capito quale sia stato lo scenario che ha deciso questa gara, se si sia trattato di un errore o meno».

Errore di calcolo
Tattica sbagliata? Botta di sfortuna? Certo, è stato un insieme di tutti questi fattori a provocare la sconfitta della Mercedes, al termine di un weekend in cui la Freccia d'argento era apparsa indubbiamente più veloce rispetto alla concorrenza. Ma c'è stato anche un altro problema, probabilmente quello decisivo: un intoppo sul software che decide le strategie. Oggi come oggi, infatti, i tecnici al muretto, incaricati di dare le indicazioni via radio ai piloti in pista, si fanno guidare da un computer, che calcola con precisione, e in tempo reale, il vantaggio necessario ad un pilota per mantenere il comando della gara anche dopo la sosta ai box. Ecco, a fallire clamorosamente, in questo caso, dev'essere stata proprio questa tecnologia. «Credo che abbiamo avuto un problema di software – ammette infatti Toto Wolff ai microfoni della tv inglese Sky F1 – Si è creata una situazione senza precedenti, con una macchina che stava andando a piena velocità e l'altra che procedeva lentamente. E il nostro sistema ha calcolato male il vantaggio che ci serviva. L'errore è dipeso dal modo in cui il computer è stato programmato, dalla messa a punto degli algoritmi. Sul monitor è sempre rimasta la luce verde, ovvero il segnale era che il margine fosse sufficiente per farci rimanere davanti. Ma poi, quando abbiamo guardato le riprese tv, ci siamo accorti che non era così. C'è stato un malfunzionamento che ha fatto sì che noi fossimo convinti che ci bastassero 12 secondi di vantaggio, quando in realtà ce ne servivano almeno 15». Insomma, nella prima gara del nuovo campionato è emersa proprio una delle rare falle della corazzata tedesca. E la casa della Stella a tre punte si è accorta a sue spese che a volte non basta nemmeno la macchina più competitiva di tutte per vincere una corsa: «In passato abbiamo avuto dei momenti di fortuna, ma oggi siamo stati sfortunati – chiosa Wolff – Tutti pensavano che per noi sarebbe stata una passeggiata, che avremmo vinto venti gare, ma io ho sempre detto che non sarebbe stato così, perché la concorrenza al vertice è molto serrata. E oggi dobbiamo complimentarci con la Ferrari che ha conquistato il primo e il terzo posto».