25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Endurance | 24 Ore di Daytona

Alonso, che paura: si rompono i freni a 300 all'ora

Il debutto del due volte iridato di Formula 1 nelle gare di durata è stato sfortunato: i continui (e pericolosi) guasti notturni lo hanno privato di un possibile podio

Fernando Alonso sale nell'abitacolo della sua Ligier alla 24 Ore di Daytona
Fernando Alonso sale nell'abitacolo della sua Ligier alla 24 Ore di Daytona Foto: Imsa/Lat

DAYTONA – Alla fine a trionfare è stato sì un ex pilota di Formula 1: ma non Fernando Alonso, bensì Christian Fittipaldi, protagonista di un fugace periodo nel Mondiale con Minardi e Footwork a inizio anni '90, ma più noto per essere il nipote del mitico Emerson, due volte iridato negli anni '70. Proprio il 47enne brasiliano, in equipaggio con i portoghesi Filipe Albuquerque e Joao Barbosa, ha portato la sua Mustang alla vittoria nella 24 Ore di Daytona di domenica. Quanto alla partecipazione dell'ex ferrarista asturiano, invece, è stata decisamente più complicata, e non ha risparmiato momenti di brivido, quando è finito in testacoda in piena velocità alla curva 1: «Un po' mi sono spaventato, non c'è dubbio – ha ammesso Nando a fine gara – Sono arrivato alla prima curva, a 300-310 km/h, e in due occasioni quando ho premuto il pedale non avevo i freni. Per fortuna in questa pista ci sono delle scorciatoie. Ma di notte non si vedono chiaramente le barriere di gomme e le vie di fuga, perciò è stato ancora più spaventoso. Ho provato a riportare la macchina nel garage, perché in una gara di durata situazioni come questa possono accadere e i meccanici devono risolvere il problema».

Sfortunato ma felice
Questi ricorrenti guasti ai freni durante la notte hanno rovinato le speranze di podio al debutto del due volte campione del mondo, e lo hanno costretto a chiudere mestamente al trentottesimo posto, a ben novanta giri di ritardo dal vincitore. «È stata una bellissima esperienza, tutto l'evento: dai test alle qualifiche, alle ripartenze, alle fasi di gara, alla fatica di notte, alla transizione dal buio alla luce... – racconta comunque il pilota spagnolo – È stato molto bello essere in pista in questo momento. Mi sono davvero divertito nella gestione del traffico e della macchina. E forse la cosa più bella è stata sentirmi così competitivo: siamo entrati in gara senza troppe aspettative, perché nelle prove non eravamo andati fortissimo, e improvvisamente abbiamo trovato il passo giusto e tutti nel garage sorridevano. Questa è stata una bella sensazione. La parte notturna della gara è stata bellissima, la macchina andava forte e mi sono sorpreso. In qualifica ci siamo piazzati 13° e 15°, ma poi in gara le cose sono cambiate e, fin quando siamo riusciti a rimanere in pista, eravamo probabilmente tra le prime tre macchine più veloci. Purtroppo abbiamo accusato troppi problemi al di là del nostro controllo, alcune situazioni sfortunate, a partire dalla foratura ad inizio gara. Eravamo al quinto posto, ma in quel momento abbiamo danneggiato la macchina e perso quattro giri. Due li abbiamo recuperati, anche grazie alla safety car, ma poi è arrivato il guasto ai freni, che non era mai successo al nostro team, e abbiamo pagato altri quaranta minuti. A quel punto, probabilmente, la nostra gara è finita, ma dopo sono arrivati altri due guasti all'acceleratore e di nuovo ai freni. Purtroppo per la squadra, anche l'auto gemella ha rotto la frizione, perciò ha perso un probabile podio. Ma queste sono le corse, così funziona». Inconvenienti del tutto inaspettati, per una squadra come la United Autosports di Zak Brown, suo team principal anche in McLaren: «Hanno corso con questa macchina per tutta la scorsa stagione, sono arrivati quarti alla 24 Ore di Le Mans, quindi è un mezzo molto collaudato, non un prototipo nuovo. Eppure siamo arrivati qui e abbiamo incontrato tutti questi problemi: è stata una sorpresa un po' sfortunata».