27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Ancora in difficoltà il fenomeno di Tavullia in Qatar

Il nemico di Valentino Rossi? Si chiama Michelin: «Gomme inadatte a me»

Ecco qual è il problema che tormenta il Dottore da tutto l'inverno: l'ultima versione dello pneumatico anteriore, dalla carcassa più morbida. Che non piace a lui così come agli altri piloti aggressivi in frenata, da Iannone a Marquez

Valentino Rossi in azione sulla Yamaha nelle prove libere di Losail
Valentino Rossi in azione sulla Yamaha nelle prove libere di Losail Foto: Michelin

DOHA – È stata un'altra giornata di alti (pochi) e bassi (tanti) il venerdì di Valentino Rossi. Nella seconda sessione di prove libere era risalito in sesta posizione, ad appena 36 millesimi dal suo compagno di squadra Maverick Vinales. Poi, nel pomeriggio, è di nuovo piombato al tredicesimo posto, e solo per un soffio non è stato buttato fuori dalla fase finale delle qualifiche: «Oggi pomeriggio andavo meglio ma comunque ero sesto, quindi dovevo ancora migliorare qualcosa, soprattutto in entrata – racconta – Ma abbiamo fatto delle modifiche che non sono andate bene quando la pista è peggiorata, in serata, per colpa dell'umidità che ha fatto calare l'aderenza. Così ho fatto fatica. Probabilmente con le gomme morbide avrei potuto abbassare ancora un po' il tempo, ma ho avuto un problema al sensore dell'ammortizzatore dietro e ho dovuto montare in fretta e furia quello dell'altra moto, che però era diverso. Alla fine ho potuto fare un solo giro e non sono riuscito a migliorarmi».

Pneumatici indigesti
Ma è oggi che, dalle sue parole, è emersa per la prima volta con chiarezza l'identità di quel problema che lo tormenta da tutto l'inverno: gli pneumatici. «Ho sempre sofferto un po' con l'ultima versione delle Michelin davanti, che hanno una carcassa un po' più morbida». Una carcassa che ha debuttato dall'inizio di quest'anno: guarda caso proprio quando sono cominciate le difficoltà del Dottore. Ma anche quelle di Andrea Iannone e perfino di Marc Marquez: ovvero quei piloti più aggressivi in frenata e in ingresso curva, che dunque patiscono di più l'anteriore troppo morbido. «Nei test ci sono stati dei tempi buoni ma in moltissimi sono anche caduti, alcuni quattro o cinque volte – sottolinea il numero 46 – Questo, secondo me, è un segnale... Ho parlato anche con altri piloti e la gomma davanti si muove di più anche per loro. Poi alcuni si possono adattare meglio e altri peggio: nella mia carriera mi è sempre piaciuto lo pneumatico anteriore duro, per avere una buona stabilità, e quindi sto soffrendo di più questo fatto. Ma comunque la mescola è questa e devo farmela piacere. Non è facile, perché abbiamo provato diverse soluzioni nel corso dell'inverno, ma il problema rimane. Devo riuscire ad usarle meglio». Il monopolio funziona così: la fornitura è uguale per tutti e bisogna accettarla così com'è. Sta a lui e ai suoi uomini, dunque, trovare una soluzione tecnica sulla moto: «L'anteriore continua a muoversi, ma oggi i problemi sono stati un po' diversi, quindi sembra che iniziamo a capire qualcosa», guarda in positivo il fenomeno di Tavullia.

Il divario si riduce
Già, perché nonostante lo svantaggio delle gomme, lui di arrendersi non ne ha nessuna intenzione, nemmeno in questo primo Gran Premio della stagione che sembra nato male: «A parte Maverick che è il più veloce di tutti, gli altri sono molto vicini – dichiara – Se riesco a migliorare ancora il feeling con la moto in ingresso curva e quindi a togliere qualche decimo, posso anche fare una bella gara. Dobbiamo ancora lavorare tanto. Ora devo pensare a domani, domani a domenica mattina e domenica mattina a domenica pomeriggio. Non so se riuscirò a colmare questo distacco, ma devo dare il massimo. Poi vedremo».