19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Un regolamento da modificare

«Cambiamo le regole o Vale sarà di nuovo penalizzato»

Parla il presidente della Federazione motociclistica internazionale: «Il sistema della patente a punti è ingiusto: se non lo modifichiamo Valentino Rossi potrebbe essere ancora arretrato sul fondo della griglia di partenza»

Il pilota della Yamaha, Valentino Rossi
Il pilota della Yamaha, Valentino Rossi Foto: ANSA

ROMA – Finché a protestare per l'arretramento in fondo alla griglia di partenza nell'ultimo Gran Premio a Valencia erano Valentino Rossi e i suoi, passi. Ma ora che a dargli ragione è nientemeno che il presidente della Federazione motociclistica internazionale, Vito Ippolito, non si può più logicamente sostenere che sia solo una battaglia di parte. Dietro alle polemiche che sono seguite al contatto tra Rossi e Marquez a Sepang, e alla successiva penalità che è stata oggetto anche di un ricorso al Tribunale arbitrale sportivo (poi ritirato), c'è di più della semplice difesa d'ufficio del Dottore. C'è un intero sistema, quello della cosiddetta patente a punti, che non convince più e che deve essere modificato in fretta, per evitare nuovi episodi ingiusti. Lo sostiene autorevolmente, appunto, proprio il venezuelano, numero uno della Federmoto. «Spiego il perché il sistema a punti è iniquo – ha dichiarato Ippolito a GPOne – Prendiamo come esempio proprio il caso di Rossi. Qualora questi dovesse prendere un ulteriore punto di penalità all'inizio della stagione non succederebbe praticamente nulla, ma a settembre 'scadrà' il punto preso a Misano, perché la penalità vale per 365 giorni, dunque Rossi tornerebbe ad avere tre punti. In questo caso basterebbe un punto ulteriore per far scattare nuovamente la partenza dall'ultima fila nel Gran Premio successivo. Una sanzione già scontata da Valentino. Questo sistema crea un circolo vizioso che è necessario interrompere».

Cambio di penalità

Di questa questione, ma anche della riorganizzazione della direzione gara, si discuterà in un'attesissima riunione della Grand Prix Commission fissata per il prossimo 4 febbraio a Ginevra: «Bisogna tornare al perché è stato creato il sistema dei punti – prosegue il presidente Fim – Le intenzioni erano buone, ma poi nella realtà l'applicazione lo è stata meno ed abbiamo cominciato a mettere una pezza sull'altra. Non è possibile rappezzare sempre il regolamento. Ripeto, io sono dell'idea che bisogna assegnare penalizzazioni che non si prestino ad interpretazioni e che colpiscano unicamente il colpevole. Sapete, il sistema dei punti è stato clonato su quello dei punti-patenti in vigore in molti Stati, ma ciò è reso necessario dal fatto che una nazione ha a che fare con migliaia di infrazioni ogni giorno e non può certo mettersi lì a discuterle singolarmente. Noi invece possiamo farlo. Per questo tipo di infrazione è migliore una multa in denaro che un punto sulla licenza. Diamogli 20 mila Euro da pagare e vedrete questo tipo di infrazioni diminuire, specie in Moto3 o Moto2 dove i budget dei team sono ridotti. Si potrebbe anche agire in modo diverso, aggiungendo per esempio un secondo al miglior tempo. Questo vanificherebbe lo sforzo per migliorare la posizione al via. Possiamo anche pensare a sanzioni che colpiscano la classifica del Mondiale. Per la mia esperienza i piloti sono particolarmente sensibili a due cose: il denaro e la perdita di punti in classifica. Secondo me dobbiamo andare verso queste soluzioni».