28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Elezioni regionali

Anche Berlusconi, ma da casa sua, parla ai siciliani: «Non fate la fine di Torino o Roma»

Il leader di Forza Italia lancia il suo monito ai siciliani chiamati il 5 novembre alle urne, e sul centrodestra ecco cosa dice

ROMA - «L'unica previsione per il centrodestra è quella di vincere e per Forza Italia di essere il primo partito in Sicilia. Ci credo veramente». Così Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, in un'intervista a La Sicilia sul voto di domenica prossima. Serve una «rivoluzione del fare: dobbiamo mettere la Sicilia e l'Italia in mano a persone che sappiano realizzare quello che promettono: una profonda e scientifica riorganizzazione nello Stato e in tutte le sue articolazioni, a cominciare dalla Sicilia.

L'attacco ai 5S
Non è credibile che questa riorganizzazione possano realizzarla i Cinque Stelle, che parlano di cambiamento senza contenuti e senza esperienza e che d'altronde in questi cinque anni hanno votato l'80% delle delibere della disastrosa giunta Crocetta» afferma Berlusconi. «Il mio governo - aggiunge Berlusconi - completò la rete autostradale siciliana e creò infrastrutture come l'alta velocità ferroviaria che 'accorciano' l'Italia con benefici anche per i siciliani. Aggiungo che abbiamo investito per il Mezzogiorno in proporzione più di ogni altro governo precedente, e inoltre - non è un dato economico ma fa bene anche all'economia - che abbiamo arrestato la gran parte dei più pericolosi latitanti affiliati alla Mafia e alla Camorra. Negli ultimi anni, invece, la Sinistra ha smesso di occuparsi del Sud, ma i problemi del Sud esistono sempre e sono drammatici».

«La ricetta è una sola»
Per guarire la Sicilia «la ricetta è una sola, e si chiama crescita. Si basa su due pilastri. Uno è quello fiscale, meno tasse significano più denaro per i consumi e per gli investimenti. Se i prodotti si vendono, e le aziende investono, si creano nuovi posti di lavoro; questo a sua volta favorisce i consumi, e così via in un circolo virtuoso che abbiamo chiamato 'Equazione liberale dello sviluppo'"afferma il leader di Forza Italia. «L'altro aspetto principale - prosegue Berlusconi - riguarda le infrastrutture. Questo è compito dello Stato. Se un prodotto, quando esce da un'azienda a Catania, deve affrontare tempi, costi e rischi incomparabili con quelli del prodotto concorrente fabbricato a Treviso, a Lione o a Monaco di Baviera, allora la sfida è già persa». «Dunque», conclude Berlusconi, «meno Stato per fisco e burocrazia, più Stato per infrastrutture e sicurezza».