20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Stupro di Rimini

Rimini Miramare: dopo lo stupro, di giorno spiaggia, di notte terra di nessuno

Una pista ciclabile che corre parallela al mare. Di giorno, frequentata da centinaia di runner, vacanzieri e famiglie. Di notte, terra di nessuno

RIMINI - Una pista ciclabile che corre parallela al mare. Di giorno, frequentata da centinaia di runner; intorno gli alberghi dove si servono cappuccini e brioche e le famiglie, con passeggini, figli, secchielli e palette, che scendono in spiaggia per il primo sole del mattino. Di notte, una "terra di nessuno", frequentata a malapena da qualche vigilantes in bicicletta che controlla lettini e ombrelloni.

Violenza disumana
Siamo a Miramare, nella periferia di Rimini, al confine di Riccione. Il luogo dove nella notte di venerdì 25 agosto 2017 si è consumata una «violenza disumana» come l'hanno definita gli inquirenti, ai danni di due turisti polacchi e una transessuale peruviana . A qualche centinaio di metri dal bagno 130, lungo la statale, il branco composto da quattro uomini sulla trentina, probabilmente nordafricani, dopo aver stuprato una ragazza di 26 anni ed essersi accaniti sul suo compagno rompendogli la mascella, hanno violentato anche la trans peruviana.

Due dei quattro aggressori identificati
A Miramare, all'altezza della spiaggia incriminata, ci sono alberghi, negozi, bar, pizzerie, banche e, quindi, decine di telecamere di sorveglianza sulle quali questura e procura sono al lavoro da giorni. Quelle immagini hanno già consentito agli investigatori di definire il volto di almeno due dei quattro aggressori: avrebbero la pelle olivastra; uno indossava una canottiera e un altro aveva il cappuccio della felpa in testa. Gli altri indizi sono quelli raccolti dalla testimonianza della trans, che vive a Milano ma da qualche settimana era in riviera. La mobile, con il supporto del Servizio centrale operativo (Sco), ha sentito negozianti e ristoratori (tutti i negozi di Kebab della zona, in particolare), ha ascoltato decine di potenziali testimoni, ha battuto a tappeto casolari nel riminese e i quartieri abitati da lavoratori stranieri. Il procuratore Paolo Giovagnoli fa la spola tra questura e il tribunale più volte al giorno. A Rimini anche i magistrati di Varsavia che hanno sentito in ospedale i due giovani polacchi aggrediti.