Il video della polizia sulla rivolta nel centro profughi di Cona
Notte di tensione all'interno della struttura in provincia di Venezia, dopo la morte di una giovane ragazza ivoriana deceduta il 2 gennaio all'interno del campo. I migranti hanno appiccato il fuoco, distruggendo mobili e 'sequestrando' 25 operatori
ROMA - Notte di tensione all'interno del Centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, dopo la rivolta scoppiata per la morte di una giovane ragazza ivoriana deceduta il 2 gennaio all'interno del campo. I migranti hanno appiccato il fuoco, distruggendo mobili e 'sequestrando' 25 operatori, medici, infermieri e volontari. Proteste organizzate contro le condizioni in cui gli ospiti si trovano a vivere nella struttura.
Polemica sui soccorsi
A scatenare la rabbia, la morte di Sandrine Bakayoko, arrivata a Cona quattro mesi fa con il fidanzato, dopo un viaggio in gommone che dalla Libia l'ha portata sulle coste della Sicilia. Si è sentita male, e i soccorsi - raccontano i migranti - sono arrivati troppo tardi, dopo ben sei ore. Ricostruzione smentita però dagli operatori del 118, anche se la procura di Venezia ha aperto un fascicolo e solamente l'autopsia chiarirà le cause del decesso. Dopo l'intervento delle forze dell'ordine sembra tornata la calma all'interno del Centro. La vicenda ha scatenato polemiche politiche diffuse anche sui social network. La Lega e Forza Italia chiedono 'punizioni esemplari', espulsioni di massa, la chiusura dei centri, e l'immediato rinvio dei migranti nelle loro terre.
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