23 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Manovra finanziaria

Perché il comandante De Falco ha cambiato idea sulla fiducia

La sua spiegazione dopo il voto in Senato in una intervista al Corriere della Sera: «Come faccio a votare a ragione veduta un testo di cui conosco poco?»

Il senatore M5s, Gregorio De Falco, durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza
Il senatore M5s, Gregorio De Falco, durante il voto di fiducia al Senato sul decreto sicurezza Foto: Riccardo Antimiani ANSA

ROMA - Il comandante Gregorio De Falco (M5S) aveva annunciato che avrebbe votato la fiducia sulla manovra e invece alla fine si è astenuto perché «mi sono detto: quanto so di questo provvedimento? Come faccio a votare a ragione veduta un testo di cui conosco poco? Mi sembrava poco serio votare. E c’è un’altra ragione – aggiunge sul Corriere della Sera – il Movimento ha sempre sostenuto con grande determinazione la centralità del Parlamento. E invece il Parlamento è stato scavalcato».

Concessioni, Bolkestein e altro

Inoltre De Falco ha delle perplessità su alcuni interventi inseriti nel testo: «La proroga di 15 anni alle concessioni demaniali», «la Bolkenstein» che «si poteva superare, ma non ignorare. Si potevano trovare deroghe caso per caso» e poi «la norma che non fa più indicizzare le pensioni a partire da 1.521 euro lorde. Non stiamo parlando di pensioni di benestanti. La mancata indicizzazione non è un non aggiungere: è un togliere». E infine il no al testo sull’autonomia, che ha elementi pericolosi, «perché dobbiamo sempre ricordare che l’Italia è una».

Espulsione?

E sulle ipotesi che il suo comportamento fuori dagli schemi lo porti all’espulsione commenta: «Io non mi muovo. La mia bussola è il nostro programma. E la Costituzione. Non abbiamo fatto la nostra più grande battaglia in difesa della Costituzione? Non servono tifosi, ma voci critiche. Non possiamo rinunciare ai nostri principi. Le coscienze si devono risvegliare».