Perché il comandante De Falco ha cambiato idea sulla fiducia
La sua spiegazione dopo il voto in Senato in una intervista al Corriere della Sera: «Come faccio a votare a ragione veduta un testo di cui conosco poco?»
ROMA - Il comandante Gregorio De Falco (M5S) aveva annunciato che avrebbe votato la fiducia sulla manovra e invece alla fine si è astenuto perché «mi sono detto: quanto so di questo provvedimento? Come faccio a votare a ragione veduta un testo di cui conosco poco? Mi sembrava poco serio votare. E c’è un’altra ragione – aggiunge sul Corriere della Sera – il Movimento ha sempre sostenuto con grande determinazione la centralità del Parlamento. E invece il Parlamento è stato scavalcato».
Concessioni, Bolkestein e altro
Inoltre De Falco ha delle perplessità su alcuni interventi inseriti nel testo: «La proroga di 15 anni alle concessioni demaniali», «la Bolkenstein» che «si poteva superare, ma non ignorare. Si potevano trovare deroghe caso per caso» e poi «la norma che non fa più indicizzare le pensioni a partire da 1.521 euro lorde. Non stiamo parlando di pensioni di benestanti. La mancata indicizzazione non è un non aggiungere: è un togliere». E infine il no al testo sull’autonomia, che ha elementi pericolosi, «perché dobbiamo sempre ricordare che l’Italia è una».
Espulsione?
E sulle ipotesi che il suo comportamento fuori dagli schemi lo porti all’espulsione commenta: «Io non mi muovo. La mia bussola è il nostro programma. E la Costituzione. Non abbiamo fatto la nostra più grande battaglia in difesa della Costituzione? Non servono tifosi, ma voci critiche. Non possiamo rinunciare ai nostri principi. Le coscienze si devono risvegliare».
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