Arrestato l'ex vice prefetto di Savona: aveva architettato un sistema infallibile per fornire falsi permessi di soggiorno
Un meccanismo che consentiva a immigrati clandestini di sanare la propria posizione e ottenere permessi di soggiorno per motivi di lavoro

SAVONA - I Carabinieri del nucleo investigativo di Savona hanno arrestato l'ex vice prefetto vicario Andrea Giangrasso, ora in pensione, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, è scaturita da una precedente indagine sul rilascio di permessi di soggiorno sulla base di finti contratti di lavoro. Indagati anche un medico di Savona, Paolo Rossi, e un consulente del lavoro, Matteo Riccio, un albergatore di Pietra Ligure, un egiziano con domicilio a Savona e un suo connazionale, Ibrahim Bedir, già coinvolti nell’indagine che un anno fa era sfociata in una decina di arresti. Quest’ultimo, Bedir, oggi gli arresti domiciliari, sarebbe stato il regista dell’ingresso di suoi connazionali in Italia, trovando una sponda in prefettura nel funzionario finito in manette oggi e potendo contare sulla sua esperienza e conoscenza delle complesse normative legate ai flussi migratori .
Come funzionava il sistema
La vicenda risale agli anni 2013 e 2014, quando il funzionario della prefettura era ancora in servizio. Secondo le contestazioni dei carabinieri sarebbe stato il punto di riferimento di un meccanismo che consentiva a immigrati clandestini di sanare la propria posizione e ottenere permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Una forzatura delle procedure, sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori, che si sarebbe compiuta attraverso anche l’esibizione di certificati medici falsi e redatti da un medico compiacente.
Scambi di favori
Sarebbe dodici i casi irregolari monitorati dai militari in mesi di indagini, pedinamenti, appostamenti, con scatti di fotografie, filmati. Giangrasso aveva conosciuto Bedir quando quest’ultimo si era rivolto alla prefettura per regolarizzare la posizione del figlio. Da lì sarebbe nata un’amicizia tra i due che avrebbe portato il vice prefetto a dargli una mano nella gestione delle pratiche riguardanti gli immigrati. In cambio, secondo la ricostruzione dei carabinieri, il funzionario della prefettura avrebbe ricevuto di tanto in tanto dei regali, come biglietti per le partite della Juve, apparecchi elettronici, gioielli e lavori in casa. Gli stranieri coinvolti in questo giro di permessi di soggiorno falsi avrebbero pagato a Bedir denaro per arrivare in Italia con i flussi migratori e poi, per rimanerci non da clandestini, altri soldi che servivano a versare i contributi all’Inps per attività lavorative stagionali.
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