21 gennaio 2025
Aggiornato 03:00
Giornalismo

Di Maio contro i giornali: «Ecco quelli che raccontano bufale su di noi»

Il vicepremier punta il dito contro Repubblica e L'Espresso, colpevoli di diffondere fake news sul governo, evocando la morte delle testate e la cacciata dei giornalisti

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nell'aula della Camera
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio nell'aula della Camera Foto: Maurizio Brambati ANSA

ROMA – Sullo spread come sulla manovra «sistema e media danno addosso al Movimento 5 Stelle», ma «per fortuna ci siamo vaccinati anni fa dalle bufale, dalle fake news dei giornali e si stanno vaccinando tanti altri cittadini, tanto è vero che stanno morendo parecchi giornali, tra cui quelli del gruppo L'Espresso che, mi dispiace per i lavoratori, stanno addirittura avviando dei processi di esuberi al loro interno». Lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio, con un post su Facebook. «Nessuno li legge più – ha proseguito – perché ogni giorno passano il tempo ad alterare la realtà e non a raccontare la realtà».

Chiusure e licenziamenti
Secondo l'esponente pentastellato «è il solito meccanismo che abbiamo visto in questi anni, per cui anche quando stiamo raggiungendo un risultato ce lo devono distruggere. Perché se non possono dire che non abbiamo mantenuto la promessa allora devono dire che la promessa che abbiamo mantenuto è una cosa ridicola». Un precedente governo che avesse alzato le pensioni, dato il reddito di cittadinanza e mandato in pensione molte persone superando la Fornero «sarebbe stato celebrato con tutti gli onori, con una parata ai Fori Imperiali. Invece siccome lo stiamo facendo noi e siccome la maggior parte delle misure in questa manovra sono del Movimento 5 Stelle – è l'accusa del ministro di Lavoro e Sviluppo economico – bisogna distruggere la manovra, il governo e il Movimento 5 Stelle. Questo è il solito gioco che si fa anche con il meccanismo di mettere la Lega contro il M5S, di far sembrare il M5S la parte debole e la Lega forte, perché poi i nostri elettori, i nostri attivisti i nostri parlamentari vadano in fibrillazione. Io non ci sto a subire questa distruzione, siamo molti di più quelli che si informano in rete che attraverso i media convenzionali e continueremo ad esser sempre di più. Ed è per questo che mi sentirete sempre di più, non solo in rete ma alche nelle piazze. Io non mollo – ha affermato Di Maio – e se ci state vicini nessuno molla».

Protestano giornalisti e politici
Immediate le reazioni del gruppo editoriale bersagliato dal leader del Movimento 5 stelle: «Ancora un volta il vicepremier Luigi Di Maio non perde occasione per mostrare a tutti gli italiani la sua cultura. Non solo ignora che il gruppo Espresso non esiste più da due anni, confluito nel più articolato gruppo Gedi che è il leader in Italia nell'informazione quotidiana e multimediale. Ma dimostra per l'ennesima volta di non conoscere la differenza tra bufale e notizie, evidentemente perché espertissimo della prima fattispecie e allergico alla seconda – così i comitati di redazione della Repubblica e dell'Espresso rispondono alle affermazioni di Di Maio – Nella sua dichiarazione Di Maio parla inoltre senza cognizione di causa, ed è grave essendo lui anche ministro del Lavoro, di 'processi di esuberi' e di 'giornali che stanno morendo': tradendo così una sua speranza recondita. Ma può mettersi l'anima in pace: Repubblica, L'Espresso e le altre testate del gruppo Gedi non moriranno e, Costituzione alla mano, continueranno a fare quello per cui sono in testa alle classifiche della diffusione digitale e cartacea nel nostro Paese: raccontare la verità, soprattutto quando è scomoda per il potente di turno», conclude il comunicato dei Cdr. Anche parte del mondo politico si è fatto sentire, in particolare dal centrosinistra: «Di Maio attacca L'Espresso e si felicità per le difficoltà del gruppo? Si dovrebbe vergognare ma ormai purtroppo non possiamo stupirci perché il modello di questi signori è diventato Orban. La curva illiberale di questa maggioranza è pericolosa per il paese e per tutti i cittadini», ha detto il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina, a margine di un appuntamento a Milano.