Censimento dei rom, solo Giorgia Meloni sta con Matteo Salvini
Per la leader di Fratelli d'Italia però sarebbe solo l'inizio. Dalla sinistra a Saviano, invece, ennesima pioggia di critiche contro il ministro dell'Interno

ROMA - La segretaria di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si dice d'accordo con il censimento dei rom preannunciato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ma torna a ribadire che occorre allestire delle piazzole di sosta temporanee. Parlando a Napoli, la leader di FdI ha detto: «Il censimento dei rom va bene, ma è chiaramente un primo passo. Il problema è molto più ampio e ha bisogno di soluzioni decise. Per i nomadi, la nostra proposta è che si allestiscano delle piazzole di sosta temporanee dove - ha spiegato - ci si allaccia alle utenze, si pagano le utenze e si sosta massimo sei mesi, dopodiché ci si deve spostare, punto. Va bene, quindi, censirli per capire di che cosa stiamo parlando, dopodiché se sei nomade devi nomadare, non puoi essere stanziale». Rispetto, poi, ai rom cittadini italiani, Meloni ha aggiunto: «Si devono mettere in fila come tutti gli altri per una casa popolare e per accedere ai servizi sociali, senza avere favoritismi o privilegi per il fatto di essere rom. Vengo da una città - ha aggiunto riferendosi alla Capitale - dove il sindaco ha proposto di dare i soldi alle famiglie romane che prendono in casa loro un rom. Se sei romano e vivi in mezzo a una strada va bene, se invece sei rom ti diamo i soldi per dargli un letto. Non è il mio modello», ha concluso Meloni.
Pioggia di critiche contro Salvini
Da Saviano all'intero arco politico della sinistra, pioggia di critiche invece all'indirizzo della proposta di Matteo Salvini, giudicata dai più «anticostituzionale». Durissimo, come suo solito, l'intervento dello scrittore: «I posteri ci chiederanno come sia stato possibile che una persona come Matteo Salvini diventasse ministro degli Interni. E alla generazione del futuro dico: tutto questo è stato, in molti lo hanno voluto, ma qualcuno ha resistito». Con queste parole Roberto Saviano chiude l'analisi della comunicazione 'social' di Matteo Salvini, dopo aver passato in rassegna i tweet e lanci Facebook più condivisi del nuovo ministro dell'Interno. «In passato per valutare un ministro si guardava al suo curriculum, ai suoi testi, ai suoi articoli, ai suoi discorsi - spiega Saviano - Oggi per scrutare davvero nell'animo di un politico e nella sua visione bisogna guardarne i post sui social network».
La sinistra pronta a dare battaglia
Dal Pd si alza forte la voce di chi, come Emanuele Fiano, della presidenza del gruppo alla Camera, è pronto a dare battaglia: « Lo aspettavamo, lo sapevamo. Matteo Salvini ha il vento in poppa. Quello dei sondaggi perlomeno. Ha lasciato a Luigi Di Maio le partite che costano, e per sè quelle fortemente simboliche. Che separano l'estrema destra europea dalle forze democratiche. Respingere una nave di disgraziati, una pistola per tutti, asili solo agli italiani e ora il censimento dei Rom. Per me i sondaggi contano - continua - ma ci sono limiti umani che non possono essere valicati. Il censimento per razza non possiamo permetterlo. In questo paese lo abbiamo già avuto e allora c'era di mezzo anche la mia famiglia. Le persone si possono dividere per le loro condotte, per il loro comportamento, per le loro scelte, non per la loro nascita. Non è andata a finire bene, 80 anni fa, non riprovateci», conclude.
Sulla questione la sinistra si ricompatta
Dello stesso tono il commento di un ex Pd, Giuseppe Civati, fondatore di Possibile e Liberi e Uguali: «Ricordiamo a Matteo Salvini che viviamo ancora in uno Stato di diritto, che difenderemo con le unghie e con i denti dalle sue trovate quotidiane, il Consiglio di Stato ha già ribadito che non si possono disporre schedature etniche. E ci mancherebbe. L'Autorità di Pubblica Sicurezza - ha aggiunto Civati - può disporre rilievi segnaletici solo in casi specifici: non prevede la caccia al rom. Il richiamo di pochi giorni fa della senatrice a vita, Liliana Segre, apprezzato da tutti almeno a parole, risulta quanto mai attuale, alla luce delle proposte delineate dal ministro Matteo Salvini. Una società democratica non può immaginare di rivivere l'orrore di leggi speciali su base etnica».
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