26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Immigrazione

Salvini stoppa le polemiche su Aquarius: «Non sono in crociera, non decidono loro dove andare»

Il ministro degli Interni: «L'Italia si è svegliata, e non ci fermiamo». Da Spagna e Francia messaggi distensivi. E Conte incontrerà Macron

Matteo Salvini riferisce sulla vicenda Aquarius nell'aula di Palazzo Madama
Matteo Salvini riferisce sulla vicenda Aquarius nell'aula di Palazzo Madama Foto: ANSA/ETTORE FERRARI ANSA

ROMA - Stanco delle continue critiche che, da sinistra, continuano a piovere sull'operato del governo sul caso Aquarius, il ministro dell'Interno prova a chiudere la questione in maniera netta. Intercettato dai giornalisti a Montecitorio, a espressa domanda «l'Aquarius andrà in Spagna?» la risposta di Salvini è chiara: «Certo. Non è che possano anche decidere dove far cominciare e far finire la crociera». Poi il leader del Carroccio ha provato a rassicurare gli animi: «E' tutto sotto controllo. Andrà in Spagna, l'arrivo mi sembra previsto per sabato». Poi la discussione si è spostata sui social, in particolare su Twitter, dove Salvini ha risposto in maniera ancor più netta, citando una frase - «Se l'Italia chiude i porti diminuiranno le partenze, scoraggiando i trafficanti di esseri umani» - attribuita dai media al Comandante della Guardia costiera libica: «Lo abbiamo detto per anni. L'Italia si è svegliata, e non ci fermiamo».

La Spagna prova a chiudere la polemica
Il governo spagnolo, che ha accettato di accogliere i 629 migranti che si trovano sulla nave Aquarius, «non ha problemi» con l'Italia e la Francia, che sono arrivate ai ferri corti proprio sull'accoglienza dell'imbarcazione dopo la decisione del ministro degli Interni Matteo Salvini di minacciare la chiusura dei porti. La vicepresidente del governo Carmen Calvo, nel corso di una conferenza stampa da Valencia, dove è attesa la nave dell'ong SOS Méditerranée, ha detto «ci siamo comportati come ci obbliga la nostra Costituzione» nel rispetto dei trattati internazionali e «come membri dell'Unione europea».

Anche dalla Francia messaggi di distensione
«E' l'ora del lavoro collettivo" con l'Italia: lo ha detto oggi il presidente francese Emmanuel Macron, dopo la tensioni dei giorni scorsi e il disgelo seguito alla telefonato avuta con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con cui avrà domani un pranzo di lavoro a Parigi. Alla domanda di un giornalista se è l'ora di una distensione con l'Italia, il presidente francese ha risposto: «Sì, certo, è l'ora del lavoro collettivo». Di cosa ha bisogno la nostra Europa? «Di soluzioni», ha poi detto oggi Macron in visita a Rochefort. «Le soluzioni a volte passano attraverso tensioni legittime quando non si è d'accordo, passano anche dalla volontà di lavorare insieme. In ogni caso ho perseguito fin dall'inizio del mio mandato il desiderio di lavorare con l'Italia, di lavorare dall'altra parte parte del Mediterraneo per proteggere i nostri confini, di lavorare in partnership perché abbiamo confini comuni», ha aggiunto. 

Conte pronto a incontrare Macron
«Ieri sera ho parlato a lungo al telefono con il Presidente francese Emmanuel Macron sulla situazione della nave Aquarius. Macron ha tenuto a chiarire subito che non sono sue le parole gravemente offensive nei confronti dell'Italia e degli italiani uscite nei giorni scorsi. Ho preso atto di queste sue parole e ho dunque confermato la mia volontà di incontrarlo domani per un pranzo di lavoro all'Eliseo». Lo ribadisce il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su facebook. «Vi garantisco - prosegue - che a Parigi, come fatto sino ad oggi, porterò la richiesta dell'Italia di un'ampia collaborazione e solidarietà a livello europeo sul tema immigrazione. È arrivato il momento di dare vita a una politica migratoria efficace, che veda il nostro Paese non più solo a gestire le emergenze che riguardano i tanti migranti che giungono sulle nostre coste».