27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Costi della politica

Tagliare i costi della politica: sì, ma quanto guadagnano Conte e i parlamentari?

L'"avvocato del popolo" del popolo condivide qualcosa, o no? Ecco quanto guadagnerà il neopremier e con lui i parlamentari

Il premier Giuseppe Conte con il presidente Sergio Mattarella per le celebrazioni della Festa della Repubblica
Il premier Giuseppe Conte con il presidente Sergio Mattarella per le celebrazioni della Festa della Repubblica Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - Inizialmente individuato per il ruolo di ministro della Pubblica Amministrazione in un eventuale governo a 5 Stelle, Giuseppe Conte è stato poi scelto per l'incarico più importante, quello di premier, di premier di rappresentanza verrebbe da dire, perché decisamente oscurato dai due leader Salvini e Di Maio e chiamato, seppur indirettamente, a fare da paciere tra la parte 5 Stelle e quella leghista del governo del Cambiamento. "Sarò l'avvocato degli italiani" si era affrettato a dichiarare. Ma come abbiamo già scritto su queste pagine, se prometti poi devi dare. Anche il buon esempio. Un avvocato del popolo che del popolo condivide qualcosa o no? A questo proposito in molti in questi giorni si stanno chiedendo quale sarà il compenso del neopremier. Ebbene, una cifra alta sì, ma non esageratamente alta come si potrebbe pensare. Lo stipendio di Conte, infatti, è di 80mila euro netti all'anno, circa 6.700 euro al mese.

Chi è il leader più ricco
Buono, ma comunque nettamente inferiore, ad esempio, a quello del capo dello Stato - 239mila euro l'anno - e a quello di deputati e senatori. Il compenso del primo ministro è anche più basso di quello dei leader degli altri Stati europei e non; ad esempio, alla Cancelliera tedesca Angela Merkel spettano circa 369mila dollari l'anno, mentre lo svizzero Alain Berset se ne intasca 482mila. In questa speciale classifica troviamo anche il Presidente degli Stati Uniti che però non risulta essere il leader più pagato al mondo: Trump si porta a casa, ogni anno, 400mila dollari. Chi è dunque il leader più pagato? A sorpesa, il Presidente australiano Malcolm Turnbull, che percepisce la consistente somma di 527mila dollari, ben 5 volte in più rispetto quanto incassa il nostro Giuseppe Conte.

Quanto guadagnano deputati e senatori
Dando un occhio ai deputati del Belpaese, ad oggi questi hanno diritto a un’indennità lorda di 11.703 euro. Al netto sono 5.346,54 euro mensili, più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e dai 3.323,70 fino ai 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. Quasi uguale la situazione contrattuale dei senatori, che ricevono un’indennità mensile lorda di 11.555 euro. Al netto la cifra è di 5.304,89 euro, più una diaria di 3.500 euro cui si aggiungono un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari fra telefoni e trasporti. Dunque, senza considerare le eventuali indennità di funzione i componenti del Senato guadagnano ogni mese 14.634,89 euro contro i 13.971,35 euro percepiti dai deputati. Praticamente il doppio dei colleghi inglesi, e comunque molto di più di quelli tedeschi e francesi e addirittura sei volte tanto di quelli spagnoli.

La proposta di Richetti caduta nel dimenticatoio
A luglio la Camera aveva approvato la legge taglia vitalizi firmata da Matteo Richetti, Partito Democratico, appoggiata dal Movimento 5 Stelle. L'idea è cancellare i vitalizi e decurtare considerevolmente la pensione dei parlamentari, passando dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo. Una riforma che secondo l’Inps porterebbe lo Stato a risparmiare 760 milioni di euro nei prossimo dieci anni. Per diventare legge però la riforma Richetti doveva essere anche approvata in maniera definitiva al Senato. Purtroppo lo scioglimento anticipato delle Camere ha affossato la legge. A onor del vero, va detto che nel 2013 già l'allora premier Mario Monti aveva fatto un tentativo di taglio degli stipendi di deputati e senatori, che però naufragò in brevissimo tempo.

La proposta M5s
Il taglio dei vitalizi come sappiamo è uno dei cavalli di battagli grillini, che Di Maio ha riproposto ancor in questi giorni assicurando che sarà tra le priorità di governo. Per prima cosa il M5s vuole commisurare la pensione di ex parlamentari ed ex consiglieri regionali ai contributi versati, ridurre il numero dei parlamentari e stabilire un tetto per gli stipendi e i rimborsi. Sostanzialmente si tratterebbe di equiparare l’indennità parlamentare a quella del sindaco di Roma, ovvero 9.762 euro lordi al mese. Netti quindi sarebbero poco più di 5mila euro a ogni mensilità. Oltre a questa parte fissa, ci sarebbe una diaria per le spese di alloggio di 2mila euro per i parlamentari non residenti a Roma e di mille invece per quelli che risiedono nella capitale. Il sogno diventerà realtà?