24 marzo 2025
Aggiornato 06:00
En Marche in Italia

Sandro Gozi guarda a En Marche e liquida il Pd: «Ormai insufficiente»

Una delegazione del movimento del Presidente francese è in visita a Roma. E a En Marche Gozi guarda per ricostruire il progressismo italiano ed europeo

Sandro Gozi.
Sandro Gozi. Foto: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

ROMA - «Prosegue il nostro dialogo per la rifondazione europea e per la costruzione di una nuova alleanza progressista per vincere la battaglia contro gli estremisti e i populisti antieuropei». Così il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi oggi al termine dell'incontro con la delegazione di En Marche!, in visita a Roma, con a capo Pieyre-Alexandre Anglade, deputato e responsabile Europa di En Marche! Una visita ampiamente annunciata, visto che il sottosegretario, a fine marzo, si trovava in Francia, dove ha notoriamente buoni rapporti con alcuni rappresentanti del governo e del partito del presidente Emmanuel Macron. E, in appena tornato in Italia, in un'intervista al Foglio aveva affermato che è arrivato il momento di superare il Pd, un partito ormai «insufficiente», come dimostra il 18 per cento ottenuto alle elezioni del quattro marzo. Per Gozi, il movimento macroniano potrebbe essere un buon punto di partenza per la rinascita del progressismo italiano e la rifondazione del progressismo europeo.

Addio Pd, il futuro è En Marche
«Mi sembra evidente che questo Pd è insufficiente. Gli italiani ci hanno detto che non arriva neanche al 20 per cento. Quindi possiamo pensare di cambiarlo guardando al passato e dicendo che bisogna essere più di sinistra; così però non consideriamo che alla nostra sinistra hanno fatto fatica ad arrivare al tre per cento. Oppure possiamo dire di ripartire dai seimila circoli; ora, io ho rispetto dei circoli, ma il punto è che bisognava coltivarli in questi anni, evitando che chiudessero», aveva affermato Gozi. Che aveva proposto di pensare a «quale era la proposta originaria del Pd e a quale può essere il ruolo del Pd in una società che è fortemente cambiata, che è preda della paura e dell’insicurezza. Nell’Italia della paura, delle fake news, in cui c’è uno spaccio di successo di demagogia a buon mercato di lepenisti e pentastellati, c’è un 48 per cento di italiani che non hanno acquistato da questi spacciatori. Per me il Pd o il rilancio del progressismo italiano – quindi oltre il Pd – dovrebbero rivolgersi a questo 48 per cento». Per rilanciare il Pd, aveva affermato Gozi, «dobbiamo essere radicalmente alternativi alle proposte irrealizzabili dei lepenisti e dei pentastellati. Per questo credo che il Pd debba assolutamente stare all’opposizione e non capisco perché dovrebbe permettere la nascita di un governo per attuare cose irrealizzabili e sbagliate per l’Italia, che noi abbiamo contrastato con forza in campagna elettorale. Questo sarebbe un atteggiamento irresponsabile».

Il parere di Orlando
Dal Pd, però, c'è chi critica l'iniziativa di Gozi. In primis il leader della minoranza Andrea Orlando, che, intervenendo al convegno 'Sinistra anno zero' a Roma, ha detto che il modello di 'En marche' di Emmanuel Macron è quello di un partito degli «inclusi» che è «sbagliato». In Italia oggi, ha spiegato, c'è un «doppio bipolarismo, un bipolarismo degli inclusi che si divide tra Pd e Fi e un bipolarismo degli esclusi che si divide tra M5s e Lega. Costruire il partito degli inclusi è un'idea sbagliata e non in grado di produrre una trasformazione».