29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Ong e immigrazione

Migranti, nave Open Arms sequestrata. Ipotesi: associazione a delinquere finalizzata a immigrazione clandestina

"Proteggere la vita in mare dovrebbe essere la priorità assoluta", ribattono tuttavia dalla ong

ROMA - Dopo il recente scontro tra la ong spagnola e la Guardia Costiera libica, che aveva intimato a quest'ultima - ricevendo un diniego - di consegnarle i 218 migranti salvati dalle acque del Mediterraneo, la Procura di Catania ha disposto il sequestro della nave di ProActiva Open Arms, da sabato ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa) dove è avvenuto lo sbarco. Associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina è il reato ipotizzato dalla Procura di Catania. Secondo l'accusa ci sarebbe una volontà di portare i migranti in Italia anche violando legge e accordi internazionali, non consegnandoli ai libici.

Sequestro preventivo
«È ancora solo un'ipotesi di reato. Il sequestro della nave è preventivo, ma siamo accusati di associazione criminale e di incoraggiare l'immigrazione clandestina per aver disobbedito ai libici non consegnando donne e bambini. Proteggere la vita umana in mare dovrebbe essere la priorità assoluta di qualsiasi organismo civile o militare che si rispetti, che si tratti della Guardia costiera, del soccorso marittimo o della Marina. E' quanto è anche previsto dal diritto del mare». Lo ha scritto sul suo profilo Twitter Oscar Camps, fondatore dell'ong spagnola «Proactiva Open Arms», commentando la decisione della Procura di Catania di sequestrare la nave della ong, da sabato ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa), dove è avvenuto uno sbarco di 218 migranti, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina.

Impedire il salvataggio di vite in mare
«Impedire il salvataggio di vite in pericolo in alto mare al fine di rimpatriare forzatamente in un paese non sicuro, come la Libia, è equivalente a eseguire un ritorno a caldo ed è contrario allo Statuto dei rifugiati delle Nazioni Unite. Non dobbiamo dimenticare - conclude Camps - che non ci sono solo in gioco i diritti umani delle persone in fuga in cerca di rifugio, ma si stanno violando i diritti di tutti i cittadini dell'Unione europea».