19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Elezioni politiche 2018

Moscovici ci riprova: noi sempre attenti ai bisogni dell'Italia, auspico governo europeista

Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, è tornato a parlare dell'Italia, chiarendo alcuni aspetti

BRUXELLES - Buona la prima? No, meglio tentare la seconda. Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, è tornato a parlare dell'Italia, precisando il senso di alcune sue affermazioni di lunedì scorso, soprattutto riguardo all'idea, espressa nei programmi elettorali di diverse forze politiche italiane, di poter superare il limite di Maastricht del 3% nel rapporto deficit/Pil, per sostenere la crescita. Le polemiche seguite alle sue dichiarazioni hanno coinvolto anche il presidente del Parlamento europeo, ed ex commissario Ue, Antonio Tajani, che ha praticamente accusato Moscovici di ingerenza nella campagna elettorale nazionale. "Sono stato un po' sorpreso - ha osservato Moscovici rispondendo ai giornalisti durante una conferenza stampa a Bruxelles - dall'eco delle mie modeste affermazioni, che come sempre sono amichevoli riguardo all'Italia. Credo di aver provato, nel mio ruolo di commissario europeo, di essere capace di ascolto attento ai problemi di questo paese, e di dialogo costante. Ci conosciamo adesso da anni e sempre di più col tempo che passa, e sono solito dire - ha ricordato il commissario - che il ministro dell'Economia italiano, Pier Carlo Padoan, è quello che vedo di più: una ventina di contatti bilaterali all'anno, che sono sempre amichevoli, produttivi e utili".

"Italia grande Paese"
In fondo, sapete bene - ha continuato rivolto ai giornalisti - che l'Italia è il paese che ha beneficiato di tutte le flessibilità del Patto di Stabilità, per il modo in cui è stato interpretato dalla Commissione, e che "siamo stati sempre estremamente attenti ai bisogni del Paese. Perché? Perché sappiamo che l'Italia è un grande paese, che è al cuore dell'Eurozona». Quanto alle elezioni, ha detto ancora Moscovici, "il solo auspicio io che ho, sul piano politico, è che il prossimo governo, qualunque esso sia, perché sono gli italiani che votano, sia un governo europeista. E' a questo che mi limito nel mio giudizio e nella mia valutazione politica, stabilità ed europeismo mi sembrano degli ottimi criteri». Questo, ha sottolineato il commissario, "è quello che mi interessa, e penso che, onestamente, i miei atti da commissario parlino per me come amico dell'Italia. Quanto al resto non ne tengo neanche conto: penso che certe riflessioni trovino risposta in ciò che facciamo e non ci sia bisogno di fare in commenti".

La questione del 3%
Poi, ha aggiunto Moscovici, "c'è la questione più sostanziale che è quella del 3%». Superare il 3% nel rapporto deficit/Pil "non è un obiettivo auspicabile se si vuole rafforzare la crescita». Nell'Ue ci sono diversi paesi che hanno o che hanno avuto un deficit eccessivo e che hanno una disoccupazione elevata, e altri paesi che hanno deficit nulli o un avanzo di bilancio, e la piena occupazione, spiega. Tra quali di questi paesi - ha chiesto - ci sono la Francia e la Spagna, e fra quali la Germania e l'Olanda? Se si seguisse la logica secondo cui il 3% è positivo per la crescita, "si potrebbe pensare il contrario della realtà. No; quando le economie sono indebitate, come lo è l'economia italiana, dobbiamo contenere il debito perché - ha sottolineato ancora il commissario - il servizio del debito è un fardello che pesa sull'economia, e più si rimborsa il debito, meno si può fornire servizi pubblici utili alla popolazione». Quindi, il superamento del 3% "non è una buona idea, al di là del fatto che non sta nelle nostre regole. L'Italia rispetta il 3% da diversi anni, e ha la grande sfida di ridurre il suo debito pubblico. Credo che continuare così sia nell'interesse dell'economia italiana, perché va meglio, è evidente. Certi dibattiti - ha concluso Moscovici - possono essere controproducenti.